Quali sono le normative vigenti in Italia che trattano il tema delle barriere architettoniche e come abbatterle?
Spesso non ci si rende conto di quanto sia importante entrare ed uscire facilmente dai luoghi che si frequenta, oppure salire su un autobus, accedere a dei locali pubblici o privati, salire un paio di scalini, camminare su di uno stretto marciapiede o arrivare al binario del treno.
Azioni nella norma e a cui non prestiamo attenzione, al contrario di una persona che ha problemi di mobilità. Per queste persone si tratta di problemi che rappresentano una vera e propria battaglia quotidiana.
Si parla di barriere architettoniche, ovvero di ostacoli che limitano o impediscono l’accesso ed il movimento alle persone che hanno delle disabilità, siano esse permanenti o temporanee. Queste, però, possono essere abbattute rifacendosi ad una normativa molto articolata che trova le proprie radici negli anni Settanta (Circolare Ministeriale del 19 giugno 1968, successivamente riprese ed ampliate dal D.P.R. del 27 aprile 1978); anche se da allora l’approccio è cambiato, in quanto vi è molta più sensibilità sul tema del superamento delle barriere architettoniche.
A cosa ci si riferisce nel parlare di barriere architettoniche? La definizione deriva dal D.M. 236/89 e pone l’accento sugli ostacoli fisici che creano disagio alla mobilità della persona impossibilitata o con capacità limitata (ad esempio una rampa di scale per coloro che si trovano su una sedia a rotelle), agli ostacoli che limitano l’utilizzo di attrezzature varie (un marciapiede o una porta stretta per una persona in carrozzina), così come alla mancanza di accorgimenti che permettono l’orientamento dei luoghi considerati pericolosi (per esempio la mancanza di corrimano, segnali, suoni o immagini per i soggetti non vedenti e per le persone in condizione di sordità).
Sono molti gli ambienti che non permettono un uso adeguato dei servizi alle persone con disabilità o difficoltà motorie. Da precisare, che vi rientrano in queste categorie anche le persone anziane, le persone sorde, i non vedenti, le persone con passeggini e bambini piccoli; tutti casi in cui può risultare difficile la circolazione.
Come accennato in precedenza, il D.M. 236/89 è la normativa che specifica l’ampiezza del termine “barriere architettoniche”, ponendo l’attenzione su qualsiasi tipo di impedimento, fisico e non, e fornendo informazioni riguardanti l’abbattimento di queste barriere in base a tre criteri di progettazione: accessibilità, adattabilità e visitabilità degli edifici da parte dei portatori di handicap (l’altezza dei citofoni, dei corrimano e delle maniglie, le dimensioni delle porte, il dislivello massimo dei pavimenti, etc).
In Italia, le principali norme che trattano dell’accessibilità nei luoghi sono:
Inutile dire che l’accessibilità dei luoghi e l’abbattimento delle barriere architettoniche sono un obiettivo di primaria importanza per ciascun individuo, sia a livello pubblico che privato.
Per quanto riguarda il superamento di tali barriere, la progettazione è fondamentale. Quindi si andranno a valutare le soluzioni più adatte per il benessere e la libertà di circolazione delle persone con difficoltà motorie o con disabilità.
Queste soluzioni potrebbero così elencarsi:
La vita di tutti noi è caratterizzata dalla libertà di movimento, ci permette di compiere gesti pratici e di creare relazioni per la propria vita sociale; per questo motivo il miglioramento degli spazi e degli edifici giocano un ruolo fondamentale per il superamento delle barriere architettoniche, in relazione alla qualità della vita di ciascun individuo.
È giusto che chiunque possa accedere facilmente a servizi e luoghi, quindi è necessario garantire pari opportunità a ciascun individuo, per rendere equo il futuro della società in cui viviamo.
La sensibilizzazione dei cittadini e la divulgazione della consapevolezza delle barriere architettoniche sono le fondamenta per aiutare a migliorare la qualità di vita di chi convive con disabilità o con difficoltà motorie.
Negli anni si procede facendo dei passi in avanti, è infatti venuta in aiuto anche la tecnologia, ad esempio con delle App create appositamente per segnalare barriere o altre situazioni da migliorare; ma vi è ancora molto da fare per poter contribuire ad abbattere completamente queste barriere.
Ciò che gioca a sfavore è ancora la mancanza di informazioni al riguardo, sono molte le persone che non si soffermano a pensare al problema di una rampa di scale o di un marciapiede, questo finché non ci si ritrova a doverle superare in qualche modo (che sia in prima persona o per aiutarne un’altra).
Ad ogni modo, sarebbe opportuno intervenire nel migliore dei modi e adottare un comportamento più solidale nel rispetto di queste persone ogni qualvolta ne sia possibile, per fare un esempio, lasciare il parcheggio nel posto riservato ai disabili ad una persona disabile. È importante che ogni singolo individuo faccia la propria parte nella società, in modo da rendere il mondo un posto più consapevole e senza esclusioni.
Valeria Glaray