Uno dei temi che, in questo particolare periodo dell’anno, interessano donne e uomini di tutte le età è l’abbronzatura, oggi sinonimo di bellezza e benessere.
Che siate al mare o in montagna, ecco i 5 segreti per abbronzarsi bene, in fretta e senza scottarsi, ovvero provocando danni più o meno seri all’epidermide:
Un consiglio aggiuntivo per questi giorni di vacanza è quello di associare al benessere fisico anche quello psichico, prendendosi una vera e propria pausa dalla routine dei giorni lavorativi e svolgendo attività diverse da quelle di sempre.
Si potrebbe, per esempio, fare un po’ di attività fisica e se si trascorrono le vacanze al mare fare delle belle nuotate rigeneranti. Soprattutto dopo questo stressante periodo di pandemia, è opportuno sconnettere un po’ la mente, dedicandosi ad attività quali la lettura, l’ascolto di buona musica, ma anche solo un po’ di conversazione mondana in spiaggia. Anche questo aiuta a creare una bella abbronzatura.
Il rapporto dell’umanità con l’abbronzatura è cambiato profondamente nei secoli, questo in relazione ai cambiamenti socio-economici avvenuti nella storia.
Fin dai tempi degli antichi romani, l’abbronzatura era disprezzata dalle classi sociali più agiate che la ritenevano caratteristica dei poveri, costretti a lavorare per molte ore nei campi. Molte testimonianze mostrano infatti come le nobildonne dell’antica Roma si proteggessero dal sole per mantenere la loro pelle candida.
L’associazione fra l’abbronzatura e la parte più povera della popolazione continuò fino alla fine del diciannovesimo secolo. A partire dai primi anni del ventesimo secolo, l’opinione sull’abbronzatura iniziò lentamente a cambiare, anche grazie alla scoperta di come la luce ultravioletta potesse essere un’alleata per combattere alcune malattie della pelle.
Un’ulteriore svolta avvenne intorno agli anni ’20, quando la nota stilista Coco Chanel tornò da una vacanza in Costa Azzurra abbronzata e fece scalpore sulle clienti che cercarono di imitarla. Il mutamento radicale avvenne però a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, quando lo sviluppo economico e del turismo portò ad un vera e propria passione per l’abbronzatura.
La tintarella divenne sinonimo di benessere, piaceri ed avventure, mentre il colorito pallido divenne un tratto caratteristico delle classi meno abbienti, costrette a lavorare chiuse in ufficio o in fabbrica.
È un bene che la nostra relazione con la luce solare sia mutata rispetto ai secoli scorsi, poiché una bella abbronzatura ci rende più sani e radiosi.
Elisa N.