• 21 Novembre 2024
  • BENESSERE

Fame emotiva, nemica numero uno della nostra linea

Quel bisogno continuo ed insensato di mangiare a discapito del peso ideale.

Per molti è la fame nervosa, quella che fa alzare da tavola sazi e nel giro di pochi minuti si desidera mangiare ancora. Avere la dispensa ed il frigorifero colmi di prelibatezze ha un certo peso, ma spesso non è sufficiente tenere poco e niente in casa. Questo tipo di fame è così potente da portare chi ne soffre ad uscire di casa per comperare ciò che desidera ingurgitare. Non è quel tipo di fame che arriva verso l’ora di pranzo o di cena ma rappresenta un vero pericolo per il nostro peso forma, per certi diventa causa di sovrappeso continuo.

Rifugiarsi nel cibo

Spesso accade perché il cibo diventa un a sorta di consolazione. Nella maggior parte dei casi si tende a coccolarsi con alimenti consolatori, in genere ipercalorici, perché mancano le coccole reali. Di certo non vogliamo fare della psicologia spiccia ma tutto dipende proprio dalla mente che porta a mangiare in modo compulsivo, continuo e non sano.

Può capitare a tutti di passare un periodo in cui si desidera cibo oltre il necessario. L’importante è averne consapevolezza e cercare di gestire questo vuoto che avviene anche a stomaco pieno. É un vuoto emotivo, cioè un modo di ricompensarsi col cibo trovando il piacere in un momento particolarmente difficile.

Un ricercatore americano, Stephan J.Guynet, ha scritto un libro su come combattere la fame nervosa. Nel suo “il cervello affamato” spiega con grande semplicità come combattere questi stimoli mentali che inducono alla ricerca continua di cibo. Nessuno, secondo Guynet vuole diventare obeso a furia di ingurgitare cibo, perché è noto che il sovrappeso importante porta a malattie ed in certi casi alla morte.

Momenti a rischio di attacchi fame

Capita che quando ci si innervosisce si tenda poi ad attaccare il cibo con lo stesso furore col quale si attaccherebbe una persona, così dopo una discussione si addenta voracemente un panino che in altre occasioni non avremmo consumato. Oppure ci si consola con qualche dolce o un drink perchè si è psicologicamente più vulnerabili. In questi casi basterebbe non avere a portata di mano cibo “pericoloso” e al suo posto si potrebbe addentare una carota, un pezzo di finocchio oppure della frutta secca. Motivo per il quale potrebbe essere utile portare anche in ufficio qualche snack salutare.

Funziona sempre avere una bottiglia di acqua a portata di mano ed ogni volta che si è assaliti da attacchi di fame ingiustificata sarà sufficiente berne un bel sorso per placare i morsi della fame che poi non è reale. Durante il fine settimana sarà sufficiente organizzare incontri con amici ed intrattenersi in altro per evitare di farsi prendere dal desiderio ingiustificato di cibo. Anche gli attacchi di fame serali o notturni sono da prendere seriamente in considerazione, perché mangiare tardi la sera compromette la digestione e di conseguenza il sonno.

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Fame emotiva (Unsplash)

Trucchi per superare gli attacchi di fame

Quando si è single il problema non sussiste perché basta tenere in casa cibo sano e niente altro. Al supermercato è sufficiente eliminare certe corsie dove si trova il cibo incriminato. Se si è in famiglia, soprattutto quando si hanno bambini o adolescenti per i quali magari si cucina diventa un poco più complicato. La soluzione potrebbe essere quella di chiudere tutte le leccornie ed il cibo proibito in un’area della cucina ed in un ripiano del frigorifero dove sia ben definita la zona off limits.

In questo modo diventa più consapevole e complicata la ricerca degli alimenti ipercalorici. Se si chiede aiuto ai figli, ad esempio, può essere un modo per coinvolgerli in una lezione sul cibo sano ed un maggior input a comportarsi bene. Se si convive con genitori/fratelli vale lo stesso consiglio: condividere un’alimentazione equilibrata diventa la giusta soluzione per tutti.

Ricordiamo sempre bene

Per controllare la fame non esistono pastiglie miracolose, o meglio, si potrebbero prendere farmaci ma bisogna pensare che hanno effetti collaterali, quindi meglio evitare. L’unica cosa che funziona realmente è la volontà e se questa fame emotiva non è solo una questione periodica, allora è il caso di rivolgersi ad un medico e ad uno psicologo.

Cristina Baron

Nata a Brescia, a 18 anni mi sono trasferita a Londra per un periodo. Al ritorno ho conseguito a Milano la laurea in Scienze Politiche con indirizzo internazionale pubblicistico. Vivo a Torino da 30 anni ed ho un figlio. Mi sono sempre occupata di scrittura anche ricoprendo ruoli imprenditoriali. Ho scritto e pubblicato due romanzi e ne ho altri nel cassetto. Il mio lavoro, la mia vita sono da sempre accompagnati da incessante curiosità ed inguaribile passione.

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