• 21 Novembre 2024
  • BENESSERE

Che cos’è e quali sono i benefici della riflessologia plantare

La riflessologia plantare è in voga da moltissimo tempo e se ne sente sempre più parlare. È considerata una pratica di medicina alternativa che prevede la pressione ed il massaggio di specifiche zone della pianta dei piedi, con l’intento di alleviare determinati disturbi ed apportare benefici ad altre parti del corpo.

Secondo il concetto che sta alla base della riflessologia plantare, a determinate zone dei piedi corrispondono precisi organi, articolazioni, strutture nervose, strutture ossee e ghiandole del corpo umano.

I riflessologi, ovvero i cultori di questa tecnica, si avvalgono della propria competenza per alleviare con uno dei loro trattamenti alcuni disturbi della persona, tra cui: asma, infezioni alle vie respiratorie, cattiva digestione, emicrania, dolore alla schiena e molto altro.

Ad oggi non vi sono studi medico-scientifici che hanno dimostrato l’attendibilità dell’idea che sta alla base della riflessologia plantare, eppure numerose sono le teorie del suo funzionamento e del suo effetto benefico.

La riflessologia plantare si pone l’obiettivo di riequilibrare l’intero organismo in maniera del tutto naturale grazie ad una stimolazione che induce il corpo a rivitalizzarsi e a risolvere alcuni fastidi attingendo dalle proprie risorse.

La riflessologia non si limita solo ai piedi, bensì anche ad altre zone del corpo, come ad esempio quella alle mani, quella sulle orecchie, quella facciale, etc. Ma la riflessologia plantare sembra essere la tecnica più diffusa ed utilizzata viste le moltissime terminazioni nervose dell’area.

Un po’ di storia

La riflessologia plantare ha radici molto antiche. Secondo alcune ricerche, infatti, una pratica simile era diffusa già nel 5000 a.C. in Cina, in India ed in Antico Egitto e pare che una tecnica terapeutica simile fosse utilizzata anche in alcune tribù del Nord America.

Per quanto riguarda invece i tempi più recenti, fu William Hope Fitzgerald, chirurgo otorinolaringoiatra statunitense, che nel 1913 utilizzò per la prima volta il concetto moderno di riflessologia plantare, a quei tempi definita “terapia zonale”. Egli affermava che l’applicazione di una pressione sui piedi aveva un effetto anestetico in determinate parti del corpo e, sempre secondo le sue teorie, questo effetto anestetico avrebbe potuto sostituire l’utilizzo di farmaci anestetici negli interventi chirurgici di lieve entità.

Successivamente, tra gli anni Trenta e Quaranta, le terapie zonali subirono un’evoluzione grazie a Eunice Dakota Ingham, infermiera e fisioterapista statunitense, la quale ne ridefinì il concetto. Ella, dopo svariate ricerche e trattamenti sui pazienti, stabilì che i riflessi sui piedi e sulle mani rappresentavano l’immagine speculare degli organi del corpo e che questi potevano venire stimolati grazie ad una pressione alternata. Da qui il termine “riflessologia plantare”.

riflessologia plantare
Da sinistra, il dottor William H. Fitzgerald e la fisioterapista Eunice D. Ingham

Benefici e controindicazioni della riflessologia plantare

I piedi sono strutture importanti del corpo e sono sottoposti ad inevitabili sovraccarichi quotidiani, per tale motivo meritano di essere considerati e trattati con cura ed attenzione.

Come accennato in precedenza, il funzionamento della riflessologia plantare si basa sul principio che le terminazioni nervose corrispondono sia con le zone esterne cutanee del corpo sia con gli organi interni ad esso collegate. Quindi queste terminazioni nervose diventano un tramite di comunicazione e di stimolazione con gli organi.

In sostanza, in caso di disturbo di un organo si andrà ad agire su questo stimolando manualmente la sua zona riflessa sul punto preciso che si trova sulla superficie esterna del piede, in modo tale da migliorarne la situazione.

Secondo la riflessologia plantare, sul piede destro risiedono le zone riflesse corrispondenti agli organi che si trovano sul lato destro del corpo, al contrario invece il piede sinistro, che corrisponderebbe agli organi del lato sinistro. Per spiegare meglio il concetto: il polmone destro possiede la sua area riflessa sul piede destro, mentre il polmone sinistro sul piede sinistro; il cuore si trova riflesso sul piede sinistro, mentre la milza sul piede destro; e via dicendo.

Chi pratica questa tecnica è dell’idea che, con il massaggio e la pressione dei piedi, il quadro sintomatologico di molte condizioni patologiche migliori sensibilmente.

I benefici della riflessologia plantare sembrano essere davvero molti, per elencarne alcuni:

  • Dona un maggior vigore in tutto il corpo;
  • Recupera l’armonia psichica e fisica dell’organismo;
  • Stimola al massimo le difese immunitarie dell’organismo;
  • Migliora la circolazione e l’ossigenazione sanguigna, favorendo così una migliore respirazione;
  • Allevia i dolori mestruali;
  • Favorisce il sonno;
  • Riduce l’ansia e lo stress;
  • Allevia i dolori alla schiena e alla testa;
  • Utile nei casi di stitichezza.

È una pratica sicura ed è indicata a qualsiasi età, compresi bambini ed anziani. Non vi sono controindicazioni, è però consigliato non sottoporsi al trattamento solo in alcune circostanze, per esempio subito dopo aver consumato un pasto abbondante, nei primi giorni di gestazione o in casi di gravidanza a rischio, nei casi di vasculite o trombosi venosa alle gambe.

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Conclusioni

La riflessologia plantare è una tecnica molto utilizzata al giorno d’oggi e serve nell’aiutare l’intero organismo a riequilibrarsi grazie alla stimolazione manuale di un operatore qualificato.

La stimolazione viene eseguita principalmente mediante movimenti del pollice, digitopressione e sfregamenti. Dal punto di vista medico-scientifico il funzionamento della riflessologia non è ancora del tutto compresa, ma molti sembrano essere i benefici per l’individuo che si sottopone a questa pratica. E non è una tecnica che serve solamente a rilassare, come sostengono molti.

La riflessologia plantare è indicata per persone di ogni età, bambini ed anziani compresi. È però importante ricordare che questa tecnica non guarisce, ma aiuta a riequilibrare il corpo stimolandone le parti meno attive e calmando quelle che lo sono in maniera eccessive. Per qualsiasi dubbio è comunque importante parlarne con un operatore qualificato o con il proprio medico di fiducia.

Valeria Glaray

Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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