Uno dei temi che oggi sono più gettonati è quello relativo al “benessere digitale”, che in altri termini determina la buona salute psicofisica derivante da un rapporto equilibrato con le tecnologie digitali.
Gli strumenti informatici sono mezzi utilissimi in ambiti lavorativi, per la ricerca di informazioni, ma anche per i rapporti interpersonali. Come è orami noto a tutti: smartphone, tablet e computer sono strumenti polifunzionali che hanno rivoluzionato la vita e i rapporti tra le persone. Certamente spesso sono di aiuto, ma non di meno sono penalizzanti in altri importanti ambiti come la socialità, ed hanno una notevole influenza sul benessere fisico e psichico.
Per questo gli esperti sostengono che sia indispensabile avere equilibrio, che significa possedere una una forte capacità di gestione e autocontrollo, affinchè il loro utilizzo non si trasformi in una autentica dipendenza.
La nostra dipendenza dalla tecnologia è aumentata del 20% durante la pandemia. Questo aumento non è casuale: durante la pandemia, infatti, tra smart working e didattica a distanza è facile dedurre che le ore passate davanti al tablet o al pc siano aumentate, però occorre ugualmente prestare attenzione al proprio benessere fisico e psichico, facendo pause frequenti e passeggiate all’aria aperta.
Spesso le persone fanno fatica a rendersi conto di quanto tempo trascorrono davanti allo smartphone; il suo magnetismo e l’attrazione delle sue infinite applicazioni sono un ricgiamo al quale è difficile rinunciare, ma per non farsi travolgere, qualche volta, è bene fermarsi a riflettere. Le domande che gli esperti consigliano di porsi sono molto semplici: stiamo vivendo in modo sano? siamo consapevoli che ci stiamo perdendo aspetti fondamentali della vita, con poco tempo che dedichiamo alla famiglia e agli amici, magari per chattare con qualcuno che nemmeno conosciamo?
I sociologi hanno stilato un “pentalogo” dei sintomi della dipendenza da smartphone. Eccoli:
– Ignorare le persone durante una conversazione;
– Controllare ossessivamente notifiche, chat o social network;
– Andare nel panico quando il cellulare è scarico o non ha linea;
– Addormentarsi ogni sera con lo smartphone in mano;
– Controllare le notifiche appena svegli.
Se ci si rende conto di avere alcune di queste tendenze e si vuole rimediare, c’è una bella notizia: metà dell’opera è già stata compiuta; infatti ammettere le proprie debolezze è il primo fondamentale passo, poi con impegno e gradatamente, diventa possibile “disintossicarsi” da ciò che ci nuoce.
La stessa tecnologia viene in aiuto delle persone con applicazioni apposite: ne esistono alcune che monitorano l’utilizzo dello smartphone, registrando il numero di volte che si controlla il telefono o le diverse applicazioni installate.
Ma l’impegno più utile e importante è quello di spegnere il cellulare durante la notte e riaccenderlo solo mezz’ora dopo il risveglio di mattina, posizionandolo in una stanza diversa quando si è in compagnia di altre persone, facendo lo sforzo iniziale di dimenticarsene.
Infine è utile disattivare le notifiche, al fine di evitare qualsiasi attrazione o richiamo dal cellulare.
La nostra dipendenza dalla tecnologia è aumentata del 20% durante la pandemia. Questo aumento non è casuale: durante la pandemia, infatti, tra smart working e didattica a distanza è facile dedurre che le ore passate davanti al tablet o al pc siano aumentate, però occorre ugualmente prestare attenzione al proprio benessere fisico e psichico, facendo pause frequenti e passeggiate all’aria aperta.
Fine prima puntata.
Nella successiva affronteremo il tema “Bambini e tecnologie digitali“
Elisa N.