L’apnea notturna è una condizione molto comune tra le persone, caratterizzata da un arresto ciclico della respirazione durante il sonno, della durata di almeno 10 secondi. Gli esperti spiegano che ciò accade perché le vie aree vengono ripetutamente bloccate in seguito ad un collasso del tessuto nella parte posteriore della gola e che queste interruzioni respiratorie temporanee privano l’organismo ed il cervello di ossigeno, portando al risveglio.
Si tratta di una condizione che può accadere più volte durante la notte, inducendo un sonno di scarsa qualità e la privazione cronica del sonno causata dall’apnea può provocare: sonnolenza diurna, scarsa concentrazione, riflessi lenti ed un aumento del rischio di incidenti automobilistici (talvolta fatali).
Le apnee notturne minano il proprio organismo, in quanto possono dare origine anche a sbalzi d’umore e, talvolta, a depressione. Ma non solo, nel lungo termine spesso queste apnee possono portare ad un aumento di peso corporeo ed allo sviluppo di eventuali malattie croniche, fra le quali ipertensione, ipotiroidismo, aritmie, ictus, diabete, problemi al fegato e malattie cardiache.
Si tratta di una patologia notevolmente diffusa e che può colpire chiunque, sia bambini che adulti di entrambi i sessi. È quindi importante per il proprio benessere essere consapevoli di cosa sia l’apnea notturna, sapere come poterla gestire e, soprattutto, diagnosticarla per tempo.
Gli esperti sostengono che le apnee notturne si possano classificare in tre diversi tipi:
È il tipo più frequente, caratterizzata dall’ostruzione o dal collasso delle vie aeree superiori durante il sonno e da uno sforzo notevole da parte dell’organismo di respirare: si intensifica la frequenza cardiaca, si riduce l’ossigeno nel sangue, aumenta la pressione arteriosa sia a livello generale che a livello polmonare, si riduce la qualità e la quantità del sonno, etc.
Questa condizione determina un russare rumoroso, un sonno agitato ed un risveglio improvviso con senso di soffocamento e respiro affannoso.
È uno dei tipi meno comuni, questa coinvolge il sistema nervoso centrale e si verifica quando il cervello non riesce a gestire i muscoli che controllano la respirazione. La respirazione è più lenta e chi ne soffre russa raramente.
In genere si manifesta nelle persone affette da scompenso cardiaco, lesioni a livello centrale o malattie neuromuscolari (come la distrofia muscolare).
Questo tipo di apnea è una miscela dei due tipi di apnea precedenti e va considerata e trattata come un’apnea ostruttiva.
La persona affetta da apnee notturne presenta alcuni sintomi facilmente identificabili: dai sintomi presenti durante la notte (russamento abituale e persistente, risvegli con senso di soffocamento, pause respiratorie nel sonno avvertite dal partner, eccessiva sudorazione, necessità di urinare frequentemente) e da quelli presenti durante il giorno (stanchezza e sonnolenza, cefalea mattutina, riduzione della destrezza manuale, variazioni dell’umore, alterazioni della personalità, riduzione dell’attenzione e della concentrazione).
Vi sono, inoltre, alcune caratteristiche fisiche che favoriscono l’insorgenza di apnee notturne, ad esempio uno stato di sovrappeso o di obesità o la presenza di anomalie oro-faringee o dismorfismi cranio-facciali (situazioni anatomiche che determinano una riduzione del calibro delle prime vie aeree).
Il sintomo più comune dell’apnea notturna è il russamento, seppur non tutti coloro che russano ne soffrono. Questo è però un segno di apnea quando è seguito da pause silenziose durante il respiro e rantoli.
Secondo gli esperti non vi sono delle vere e proprie cause, ma piuttosto dei fattori che possono contribuire al restringimento delle vie aeree superiori, causando così apnee notturne.
Tra questi fattori i più frequenti sono:
Vi sono poi alcune cause meno frequenti, come: disordini endocrini (il sistema endocrino produce ormoni che possono influenzare la respirazione correlata al sonno), alterazioni neuromuscolari (le condizioni che interferiscono con i segnali cerebrali alle vie aeree e ai muscoli del torace possono causare apnea notturna), nascite premature (i bambini nati prima delle 37 settimane di gravidanza incorrono in un rischio maggiore di avere problemi respiratori durante il sonno).
L’apnea notturna è una condizione trattabile. Ad esempio, apportare alcune modifiche al proprio stile di vita possono fare molto per ridurne i sintomi: perdere peso, ridurre o smettere di fumare, evitare l’uso di alcool e sonniferi, ridurre la caffeina ed i pasti pesanti, praticare esercizio fisico, regolarizzare le ore di sonno, tenere la testa sollevata per dormire.
Quando però l’apnea notturna risulta grave è fondamentale rivolgersi al proprio medico, il quale potrebbe suggerire un controllo specialistico da uno pneumologo.
Una corretta diagnosi di apnea notturna può avvenire attraverso un esame specifico, la polisonnografia, detto anche esame del sonno, che permette lo studio di alcuni parametri fisiologici mentre l’individuo dorme. Successivamente alla diagnosi, si potrà poi trovare il trattamento più efficace per l’individuo.
Valeria Glaray