Affollata conferenza stampa del presidente ucraino in una stazione della metro di Kiev
Conferenza stampa nei sotterranei della metropolitana di Kiev per Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha risposto alle domande dei tanti giornalisti presenti. “Aspetto Draghi“, dice all’Ansa.
Volodymyr Zelensky promette che non lascerà la capitale ucraina fino alla fine della guerra. E sui tentativi di assassinarlo risponde: “Non ho diritto ad aver paura perché il nostro popolo ha mostrato di non aver paura di nulla“. Quanto alla fine del conflitto, il leader ucraino preferirebbe la via diplomatica ma sa che “questa guerra può essere fermata solo da chi l’ha iniziata“. E il modo migliore per trovare una soluzione diplomatica sarebbe un incontro diretto tra lui e Vladimir Putin. Ma ad alcune condizioni. “Se i soldati ucraini rimasti a Mariupol verranno uccisi o viene annunciato un referendum in uno qualsiasi dei territori occupati, ci ritireremo da qualsiasi negoziato“, avverte Zelensky.
Zelensky punta anche su alcuni mediatori. In particolare la Turchia, con il presidente Erdogan che sentirà sia il presidente ucraino che quello russo, e la Santa Sede. “Sono grato a Papa Francesco per la sua posizione e auspico una mediazione del Vaticano“. E poi l’Onu. Martedì il segretario generale Antonio Guterres sarà a Mosca, due giorni dopo a Kiev. “Dovrebbe prima venire in Ucraina, tra i massacri, sul terreno, per avere una percezione della realtà molto precisa, ma lo accoglieremo“, ha puntualizzato Zelensky.
Oggi a Kiev arriva il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Spero – proclama il presidente ucraino – che parleremo di sicurezza e della lista di armi di cui abbiamo bisogno“. Perché, aggiunge, se arriveranno armamenti adeguati, il Donbass, temporaneamente occupato dai russi, “può tornare nelle nostre mani“. Zelensky poi aggiunge: “Mi aspetto che, quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno, anche il presidente degli Stati Uniti venga qui a parlare con noi“.
Zelensky, durante la sua conferenza stampa nella stazione della metropolitana, parla più volte di Mariupol, dove la situazione è particolarmente difficile. E ammette che al momento spezzare l’assedio russo è impossibile. I soldati ucraini asserragliati nell’acciaieria della città portuale possono solo difendersi. La città invece è praticamente distrutta. “Mariupol non c’è più“, ha scritto Zelensky commentando sui suoi social alcune foto della città prima della guerra, “Una bella città di mezzo milione di abitanti“.
Zelensky risponde anche alla domanda di un giornalista dell’Ansa circa la prossima visita a Kiev del presidente del consiglio Mario Draghi. “Lo aspetto. L’Italia ci sostiene sia politicamente che con le armi, si è schierata al nostro fianco in modo molto chiaro. Sono grato al governo italiano, al popolo italiano e al premier“.