La comunità internazionale ha accolto con grande entusiasmo la notizia della ritirata dell’esercito russo da Kherson, la più grande città conquistata dai russi nelle prime settimane dell’invasione ovvero nel marzo scorso. La ritirata era stata ordinata ieri pomeriggio dal ministro della Difesa della Federazione Russa, Sergei Shoigu. È un evento di rilevante importanza in quanto si tratta una delle ritirate più ingenti dall’inizio del conflitto e secondo molti esperti potrebbe rappresentare un possibile punto di svolta.
Nonostante il giubilo dell’Occidente e di quei paesi che auspicano la fine della guerra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, rimane con i piedi per terra e a commento di quanto accaduto dichiara che nonostante ci sia molta gioia nel panorama informativo internazionale la Russia non è solita fare “gesti di buona volontà“. Inoltre sottolinea la volontà dell’Ucraina di mantenere alto il livello di allerta, senza farsi travolgere dalle emozioni del momento e di conseguenza senza prendere inutili rischi. Il premier ucraino ricorda infine che l’obiettivo principale rimane sempre quello di liberare tutto il territorio con meno perdite possibili.
Oltre alla liberazione della capitale dell’omonima regione dagli Stati Uniti arriva un’altra notizia che testimonierebbe le difficoltà attuali del Cremlino: sarebbero oltre centomila i soldati russi sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore americano, il generale Mark Milley, aggiungendo che le perdite sono probabilmente dello stesso ordine anche da parte ucraina. Si tratta delle cifre più precise fornite da Washington sino ad oggi.
E un’altra novità importante giunge da oltreoceano: secondo quanto scrive il Wall Street Journal gli Usa non forniranno droni avanzati all’Ucraina per evitare un’escalation con la Russia. Secondo il quotidiano economico statunitense il Pentagono ha rifiutato la richiesta sulla base della preoccupazione che la fornitura dei droni Grey Eagle MQ-1C potrebbe aggravare il conflitto e segnalare a Mosca che gli Usa stiano fornendo armi che potrebbero prendere di mira posizioni all’interno della Russia. La decisione dell’amministrazione guidata da Joe Biden, osserva il Wsj, riflette il limite del tipo di armi che Washington è disposta a fornire per la difesa dell’Ucraina.
La delegazione russa al G20 di Bali sarà guidata dal ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov alla Tass. In precedenza Mosca ha reso noto che il presidente Vladimir Putin non parteciperà al vertice in Indonesia.
L’incontro avrebbe messo per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina Putin fronte a Joe Biden. Va sottolineato che il presidente americano aveva definito Putin un “criminale di guerra“, escludendo di incontrarlo a Bali se fosse andato, a meno che la conversazione non riguardasse il rilascio degli americani detenuti in Russia.