Il presidente ucraino torna a chiedere aerei e carri armati alla Nato
Volodymyr Zelensky è tornato a chiedere jet e tanks per difendere le città ucraine e spezzare gli assedi. In un nuovo video Telegram, il presidente ucraino ha accusato l’Europa e la Nato di “giocare a ping pong su chi dovrebbe fornire gli aerei“, di non avere “coraggio“, come quello dimostrato dai difensori di Mariupol, e di essere “spaventati“.
“L’Ucraina – ha proseguito Zelensky – ha bisogno solo dell’1% degli aerei della Nato e dell’1% dei carri armati, non chiederemmo di più. Abbiamo già aspettato 31 giorni. Chi è in carica nella comunità euroatlantica. C’è ancora Mosca a causa delle intimidazioni?“. Il presidente ha più volte insistito sul fatto che, quegli aerei e carri armati, “che prendono polvere nei depositi“, servono a difendere la sicurezza e la libertà, non dell’Ucraina, ma di tutta l’Europa.
Il presidente ucraino ha anche risposto alle domande di alcuni giornalisti russi indipendenti. E’ la prima volta che accade dallo scoppio della guerra. L’intervista, della durata di circa un’ora e mezza, è diventata un caso in Russia, perché le autorità di Mosca avevano diffidato di trasmetterla, ma su qualche sito è apparsa comunque. In essa Zelensky si è detto pronto a discutere di un eventuale status di neutralità dell’Ucraina purché supportato da garanzie di sicurezza e in seguito a referendum. No invece alla smilitarizzazione. “Denazificazione e smilitarizzazione? Non ne discutiamo affatto. Non ci sediamo affatto a un tavolo se si parla di una sorta di smilitarizzazione, una sorta di denazificazione. Per me sono cose assolutamente incomprensibili“.
I colloqui tra Russia e Ucraina in videoconferenza continuano. Nell’ultimo, si è deciso di tornare ad un incontro “di persona“. Questo nuovo “faccia a faccia” avverrà martedì e mercoledì in Turchia, a Istanbul. La conferma è arrivata da un colloquio tra il presidente russo Putin e quello turco Erdogan.
Fa ancora discutere il durissimo discorso tenuto sabato a Varsavia da Joe Biden. In particolare ha lasciato perplessi il passaggio in cui il presidente americano sostiene che “Putin non può restare al potere“. Una frase forse aggiunta a braccio da Biden e non contenuta nel testo del discorso. Tanto che il dipartimento di Stato è stato costretto a correggere il tiro. “Non perseguiamo un cambio di regime a Mosca“, ha detto il segretario di Stato Antony Blinken. Il partito repubblicano parla apertamente di “gaffe“, mentre il presidente francese Macron ha ammesso che “non avrebbe usato” le parole pronunciate da Biden.
Perplessità anche in Italia. Per il segretario del Partito democratico Enrico Letta il discorso di Biden “ha aperto dubbi ed interrogativi che è bene siano rapidamente chiariti“.