Permane un alone di mistero intorno alla morte di Viviana Parisi, la dj scomparsa insieme al piccolo figlio Gioele il 3 agosto e il cui corpo è stato trovato tre giorni fa nelle campagne di Caronia, sotto un traliccio nel parco dei Nebrodi. L’autopsia eseguita a Messina, al momento, non ha permesso di chiarire causa e dinamica del decesso, né di collocarlo nel tempo.
La professoressa Elena Ventura Spagnolo, uno dei tre periti nominati dalla Procura di Patti, ha spiegato che “al momento non si può escludere nulla perché le lesività sul corpo possono essere compatibili con tutte le ipotesi possibili“. “Abbiamo dei dati che vanno studiati e attenzionati. Lavoreremo ad esclusione fino ad accertare con certezza la causa e l’epoca della morte“, ha poi aggiunto.
Per l’avvocato Pietro Venuti, legale del marito della vittima, sono “emerse delle fratture su più parti del corpo – ha detto che era in avanzato stato di decomposizione”. Secondo il legale saranno necessari “altri esami per capire cosa sia successo“, ma ha sottolineato una delle poche cose certe è che le ferite sono “compatibili con una caduta dall’alto“.
Non è riuscito a fissare con certezza i tempi del decesso nemmeno l’entomologo Stefano Vanin: “Abbiamo trovato una fauna notevole di insetti, ma adesso bisogna lavorare i dati in laboratorio“.
A disporre l’autopsia è stata la Procura di Patti che ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e sequestro di persona, al momento senza indagati. “La signora aveva dei problemi“, aveva dichiarato l’avvocato Venuti prima dell’autopsia, senza però entrare nello specifico. “Anche il marito – ha aggiunto il penalista – vuole sapere la verità come tutti. Lui è distrutto dalla vicenda: ha perso la moglie e suo figlio non è stato ancora trovato. Gli interrogativi sono tanti, ma noi abbiamo fiducia nella magistratura“.
A fare un po’ più di luce sulla situazione psicologica ed emotiva della donna sono state alcune dichiarazioni suocero della dj, Letterio Mondello. “Da quando c’è stato questo maledetto virus, Viviana era molto turbata – ha asserito l’uomo – tant’è che stata anche ricoverata, ma era una madre dolcissima, brava e non lasciava mai il bambino“.
“Non ho paura che mio figlio Daniele venga coinvolto nelle indagini – ha aggiunto – perché non ha fatto niente. È una bravissima persona, e ora sta malissimo. Io ho un’idea di questa vicenda, ma non dico niente“. Però le speranze di rivedere il nipote vivo si fanno sempre più flebili: “se spero di rivederlo vivo? No, io penso di no dopo tanti giorni…“.
Carlo Saccomando