Giovedì 30 dicembre la prima rappresentazione al Teatro Comunale di Ferrara, intitolato alla memoria del direttore d'orchestra Claudio Abbado
La musica di Vivaldi è pronta ad essere risuonata a Ferrara. Non stiamo ovviamente parlando della sua produzione in generale, bensì di una sua specifica opera. Per quasi tre secoli, 283 anni ad essere precisi, il Farnace non ha avuto più la possibilità di essere udito dal pubblico.
Qual è il motivo per cui l’opera non è mai più stata riprodotta? La risposta consiste in un divieto arrivato dalle autorità ecclesiastiche che ne impedirono la fruizione in città. Negli anni, decenni e secoli successivi questa ed altre analoghe produzioni del celeberrimo compositore e violinista barocco caddero purtroppo nel dimenticatoio.
Soltanto negli ultimi tempi si sta svolgendo un’operazione di recupero per permettere alle ultime generazioni di assaporare la bellezza dell’opera specifica.
Farnace è un dramma per musica in tre atti che Antonio Vivaldi, detto “il Prete rosso“, mise in scena per la prima volta nel 1727 nella sua città natale di Venezia, nell’allora esistente Teatro Sant’Angelo. Il compositore sacerdote musicò l’opera dal libretto di Antonio Maria Lucchini.
Il suo successo, basato sulla vita piuttosto romanzata del re del Ponto Farnace II, vissuto nel I secolo a. C. ai tempi del condottiero romano Pompeo. Si ricorda che il Ponto è una regione della penisola anatolica, nell’attuale Turchia nord-orientale.
Il dramma musicale vivaldiano ebbe subito un immenso successo, tanto che ebbe successive riproposizioni in scena in gran parte d’Europa con modifiche anche sostanziali. Questo almeno fino al 1738, quando venne vietata da un alto prelato dalla Chiesa Cattolica a Ferrara, poco prima di venire rappresentata. Il soggetto dell’opera attirò l’interesse di altri musicisti nel XVIII secolo, tuttavia la composizione del Prete rosso rimase sempre la più celebre, nonostante i divieti intercorsi.
Oggigiorno i veti e l’oblio stanno per essere spazzati definitivamente via nella città dell’Emilia-Romagna sede della casata degli Estensi nei secoli scorsi. Giovedì 30 dicembre ci sarà la prima rappresentazione al Teatro Comunale di Ferrara, teatro intitolato alla memoria del compianto direttore d’orchestra Claudio Abbado. L’edizione critica è quella di Bernardo Ticci del 2013.
L’opera è prodotta dal Teatro ferrarese e coprodotto da quello Municipale di Piacenza, dove andrà in scena l’8 ed il 10 aprile del 2022. Sostenitori dell’opera il Ministero della Cultura, l’ENI, la Regione Emilia-Romagna ed il Comune di Ferrara. Sipario alzato alle ore 20:00, in replica pomeridiana venerdì 31 alle 16:00.
Allestimento teatrale di Marco Bellussi, dirige l’orchestra Federico Maria Sardelli, che guida l‘Orchestra Accademia dello Spirito Santo ed è un grande esperto del genio di Vivaldi.
Protagonista in scena il controtenore molto gettonato Raffaele Pe. Altri interpreti sono i cantanti lirici Francesca Lombardi Mazzulli, Chiara Brunello, Elena Biscuola, Leonardo Cortellazzi, Silvia Alice Gianolla e Mauro Borgioni. Il Coro Accademia dello Spirito Santo sarà diretto da Francesco Pinamonti.
Sull’allestimento dell’opera il maestro Sardelli ha dichiarato : “Sarà un evento, perché con quest’opera Vivaldi viene a Ferrara per la prima volta. Questo è il suo ultimo Farnace giunto sino a noi, è il cavallo di battaglia di tutta la sua carriera musicale.
Aveva le scritture già pagate, aveva già tutti i cantanti, lo scenario. Sta per arrivare il momento di andare in scena, ma gli viene impedito di metter piede in città dall’allora cardinale che la governava, Tommaso Ruffo.
L’episodio lo segna per il resto dei suoi giorni, morirà nel 1741. Per questo mettere in scena Il Farnace a Ferrara è un’occasione storica: per noi è importante riparare a quel torto subito, rendendo finalmente giustizia a Vivaldi“.
Mentre per Belussi le protagoniste dell’opera sono le dinamiche conflittuali che: “accendono folgori improvvise a rischiarare un clima cupo di incombente luttuosità. Gli scontri politico/militari si intrecciano infatti ad antichi dissapori, legati ad eventi pregressi, determinando irremovibili acerbità. In un allestimento scenico rigorosamente essenziale e schematico, guadagnano evidenza i costumi, elementi volutamente non storicizzati, ma sostanzialmente rappresentativi dei profili caratteriali dei rispettivi personaggi“.
Il controtenore Raffaele Pe ha aggiunto: “Sono davvero emozionato per questo nuovo debutto a Ferrara. Farnace è un leader che sarebbe capace di sacrificare un figlio per il bene del proprio popolo. Lo muovono onore e virtù, ma si scioglie in lacrime davanti al figlio creduto morto con un canto dolcissimo e tragico. Sono sentimenti forse difficili da comprendere oggi, ma su cui anche la nostra identità e la nostra storia si fondano.
Con la mia voce voglio dare corpo al carattere forte e sanguigno del condottiero e al tempo stesso rivelarne l’onestà e l’autenticità che anima le sue azioni, un dualismo che oggi il registro di controtenore può ritrarre con accuratezza“.