Nel giorno in cui si celebra la Festa della Donna (l’8 marzo), anche se sarebbe più corretto definirla la Giornata internazionale dei diritti della donna, il Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale ha diffuso un report che mostra i dati relativi ai reati riconducibili alla violenza di genere nei confronti del genere femminile avvenuti in Italia.
Attraverso la pubblicazione di questi dati l’obiettivo degli organi di Polizia è quello di stimolare la presa di coscienza del fenomeno e degli strumenti idonei per combatterlo,. Solo in questo modo si può diminuire lo squilibrio che talvolta ancora contraddistingue il rapporto tra uomini e donne e che alimenta la disparità di genere.
Dall’elaborato emerge come nel quadriennio 2018-2021 si sia registrato un incremento tendenziale in generale dei reati spia (nei confronti di uomini e donne) indicatori di possibile violenza di genere quali violenza fisica, sessuale, psicologica o economica, ma l’incidenza delle donne sul totale delle vittime è pressoché costante. In particolare l’incidenza delle donne vittime di atti persecutori, anche conosciuto come stalking, è al 75%, quelle che subiscono maltrattamenti da familiari e conviventi è compresa tra l’81 e l’83% e infine le vittime di violenze sessuali sono tra il 91 e il 93%.
Gli omicidi volontari di donne nel 2021 sono stati 119 su un totale di 147, con una flessione del 16% rispetto al 2018, quando erano stati 141. In diminuzione anche le donne uccise dal partner: 70 nel 2021, ovvero il 91% del totale, contro 75 nel 2018 (-7%). Negli omicidi volontari di donne avvenuti in ambito familiare/affettivo (103 nel 2021) si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche, che ricorre in 56 casi; in 23 casi sono state utilizzate armi da fuoco. Seguono le modalità di asfissia/soffocamento/strangolamento (14 omicidi), lesioni o percosse (6 eventi) ed avvelenamento in 4 casi.
Per quanto riguarda lo stalking, a fronte di un’incidenza media nazionale di 29,04 reati commessi per 100mila abitanti, si registra un aumento del tasso soprattutto nelle regioni meridionali: in testa la Sicilia (42,84), seguita da Campania (41,57), Puglia (37,57) e Calabria (36,59). L’incidenza di atti persecutori è invece minore in Veneto (18,75), Marche (19,04) e Trentino Alto Adige (19,48).
Mentre a livello nazionale si è registrato un’aumento dell’8% di questo genere di reati (66% nel 2021) rispetto all’anno precedente (58% nel 2020), anche se inferiore rispetto al 2019 (73%) e al 2018 (78%). Nel 2021 continuano ad essere predominanti le vittime genere femminile (74%): di queste, il 97% sono maggiorenni, mentre l’88% è di nazionalità italiana.
I maltrattamenti contro familiari e conviventi hanno un’incidenza nazionale di 37,43 reati per 100mila abitanti. Anche in questo caso la Sicilia è al top, con 50,92, seguita da Campania (49,78) e Lazio (44,02). La Valle d’Aosta è la regione con il tasso più basso (tasso del 19,5), seguita da Molise (22,52) e Liguria (25,54).
A livello nazionale nel 2021 si è registrato un incremento del 5% rispetto all’anno precedente, ma in flessione rispetto al 2019 (-4%) e al 2018 (-8%). I maltrattamenti nei confronti del genere femminile resta attestato all’82%: il 97% delle stesse sono maggiorenni, mentre il 76% è di nazionalità italiana.
Le violenze sessuali infine hanno un’incidenza media nazionale di 8,27 ogni 100mila abitanti. Le regioni peggiori in questo senso sono Emilia Romagna (13,47), Liguria (11,32) e Friuli Venezia Giulia (10,2) mentre hanno valori più bassi Calabria (5,12), Basilicata (5,45) e Abruzzo (5,66).
A livello nazionale questa nel 2021 tipologia di reato ha registrato un’incremento dell’1% rispetto al 2021 (61% vs 60%), ma nettamente inferiore rispetto al 2019 (67%) e al 2018 (70%). L’esame delle vittime mostra, anche in questo caso, che quelle di genere femminile
continuano a risultare predominanti, con il 92%: di queste il 71% sono maggiorenni e il 77% di nazionalità italiana.