Una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale fino all’età di 15 anni nei paesi dell’Unione Europea. Quasi 90 donne sono vittime di reati di genere, in Italia, ogni giorno. Nonostante questo, l’Italia è stata superata nella statistica dei femminicidi da paesi europei come la Germania. Altri non hanno neanche aderito alla Convenzione di Istanbul.
I più recenti dati del Ministero dell’interno mostrano che nel periodo 1 gennaio – 21 novembre 2021 rispetto a quello dell’anno precedente, si nota un lieve incremento per le vittime di genere femminile che passano da 101 a 109 (+8%). Sono in crescita anche i delitti commessi in ambito familiare/affettivo (+5%), da 130 a 136. Tra questi, le vittime di genere femminile, da 87 nel periodo 1° gennaio – 21 novembre 2020, arrivano a 93 nell’analogo periodo dell’anno in corso (+7). In pratica, dall’inizio dell’anno sono decedute 93 donne per mano del partner, ex-partner e altre 16 uccise in altri ambiti.
Il tasso di omicidi di donne in Germania è pari a 1,1 ogni 100 mila abitanti. Nonostante ciò, il governo tedesco non riconosce, nel discorso pubblico, la parola “femminicidio”. Nel 2018, in Germania, 122 donne sono state uccise dal proprio partner o ex partner. L’Eurostat, l’istituto di indagine europea notava nel 2016 che la Germania è al sesto posto tra i paesi dell’UE per numero di donne uccise intenzionalmente. Prima di lei si classificano Lettonia, Lituania, Ungheria, Estonia e Cipro. Al confronto l’Italia registra 0,5 vittime per ogni 100 mila abitanti.
A livello internazionale, l’unico strumento di sanzione che l’Europa ha per i gli stati membri è la Convenzione di Istanbul. Il trattato prevede norme giuridiche vincolanti per la prevenzione della violenza sulle donne, la protezione delle vittime e la persecuzione dei perpetratori. La Convenzione è stata firmata nel 2017 ma non da tutti i paesi europei. Non a caso Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia e Slovacchia sono nel top della classifica per quello che riguarda il quadro nazionale della violenza sulle donne.
A settembre 2021 un gruppo di eurodeputati ha chiesto al Parlamento europeo di votare una serie di regole condivise che consentano un’azione europea comune ed efficace. Il protocollo, con accento sulla violenza domestica, dovrebbe riconoscere le linee telefoniche dedicate, le case rifugio per donne e bambini e l’assistenza sanitaria quali servizi essenziali su tutto il territorio UE. Inoltre, a livello giuridico, la violenza di genere potrebbe avere la stessa carica penale delle punizioni per il terrorismo o il traffico di esseri umani.