Non c’è niente da fare “The final countdown” degli Europe rappresenta una delle pietre miliari della musica rock degli anni Ottanta. L’intro del sintetizzatore sintetizzatore Korg Polysix che caratterizza il brano rappresentò una delle novità assolute dell’epoca e contribuì al successo del pezzo che nel 1986 raggiunse il primo posto nelle classifiche musicali di 25 paesi in tutto il mondo, Italia inclusa.
Questa volta la voce del frontman della band, Joey Tempest, è stata sostituita da quella di Fabio Lucentini che ispirato dalle sonorità ‘glam rock‘ ha dato vita alla parodia intitolata “Un altro lockdown“. L’artista veneto coglie l’occasione di pubblicare un brano con svariati riferimenti all’Unione europea proprio nei giorni in cui si sta svolgendo a Bruxelles il Consiglio europeo.
Divertentissima la parte finale del brano, dove Lucentini immagina che vengano tributati i saluti finali ai nuovi, e quanto mai improbabili, componenti della band: Matteo Renzi alla chitarra solista, Nicola Zingaretti alla chitarra ritmica, Luigi Di Maio al basso, il presidente della Repubblica Sergio Matterella alla batteria e infine al cantante che è il premier “Giuseppi” Conte.
Carlo Saccomando