C’è un video che in poco tempo è diventato virale ed ha attirato l’attenzione di migliaia di internauti, la maggior parte dei quali si è indignata dopo aver visto le immagini e ha manifestato solidarietà nei confronti della donna protagonista e autrice del filmato.
Protagonista del video una signora che fuori dall’orario di coprifuoco era scesa in pigiama e indossando come d’obbligo la mascherina, per ritirare una pizza ordinata attraverso un servizio di delivery.
Secondo la ricostruzione estrapolata nei sette minuti e mezzo di filmato la donna in un primo momento non era riuscita a trovare il fattorino, probabilmente non pratico della zona. Durante la fatidica ricerca “della pizza perduta” ha incrociato alcuni carabinieri che le hanno chiesto le generalità. La signora nel frattempo è riuscita ad incontrare il rider e ritirare l’ordine, dirigendosi poi in tutta fretta verso la propria abitazione.
Dopo pochi minuti, però, si è ritrovata i militari fuori dal pianerottolo di casa in quanto volevano procedere con l’identificazione. “Apra o le sfondiamo la porta, dobbiamo identificarla”, ordinano in modo perentorio gli agenti accompagnati anche da un finanziare. La donna dopo alcuni minuti di proteste decide finalmente di aprire la porta e consegnare il proprio documento di identità. Infine ha salutato gli agenti lanciando una frecciata al veleno: “Devo andare a mangiare, buonasera. Se questo è il lavoro, non vi dico certamente buon lavoro”.
Il video è stato postato anche su YouTube da Radio Radio, ricevendo poco meno di 6mila commenti quasi tutti a condannare l’operato delle forze dell’ordine.
Per completezza di informazioni abbiamo voluto interpellare un carabiniere (che ha preferito rimanere anonimo) che in maniera oggettiva ha voluto fornire una propria opinione sulla dinamica dei fatti: “La legge italiana non prevede alcun obbligo di portare sempre con sé i propri documenti di riconoscimento, per cui la donna non era tenuta ad avere con sé e a mostrare il proprio documento d’identità. Ma è obbligatorio fornire le proprie generalità alle forze dell’ordine.”
Lo prevede l’articolo 651 del Codice penale che recita: “Chiunque, richiesto da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato o su altre qualità personali, è punito con l’arresto fino ad un mese o con l’ammenda fino ad euro 206”.
Mentre sarebbe ancora più grave la pena nel caso in cui si fornissero false generalità, come recita l’articolo 496 del Codice penale: “Chiunque interrogato sull’identità, sullo stato o su altre qualità della propria o dell’altrui persona, fa mendaci dichiarazioni a un pubblico ufficiale o a persona incaricata di un pubblico servizio, nell’esercizio delle funzioni o del servizio, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.” Anche se non è il caso della signora.
Ci rendiamo conto che sia Italia quanto il mondo intero stiano già vivendo un periodo particolarmente complesso, legato da un lato alla difficile situazione economica determinata dal Coronavirus e dall’altro dal forte stress psicologico che i vari lockdown e le ristrezioni alla propria ‘libertà’ stanno causando ai cittadini, ma forse, pur comprendendo la rabbia della signora, che dal canto suo intendeva solo guastarsi una pizza, sarebbe bene evitare sterili polemiche nei confronti delle forze dell’ordne.
Questo faciliterebbe il loro lavoro già messo a dura prova dal periodo, giacché gli stessi agenti, essendo in prima linea, sono a forte rischio contagio quotidianamente e dunque maggiormente indispettiti nei confronti di quanti non rispettano le leggi. I carabinieri, i militari e la polizia, non hanno alcun interesse nel tediare ulteriormente i cittadini, ma svolgono semplicemente il loro operato; ragion per cui, giacché si é tenuti per legge a fornire le proprie generalità, la Signora avrebbe potuto gustare ‘calda’ la sua pizza se avesse detto ‘nome e cognome’ agli agenti già in strada.
Ci viene in sentore che talvolta si cerchi anche da parte dei cittadini il ‘pelo nell’uovo’ pur di creare scompiglio, dalla nostra, reputiamo, che forse mettendo da parte polemiche e malumori, se tutti provassero la strada del ‘dialogo e della collaborazione’ sarebbe più facile superare più rapidamente questo periodo, lasciando alle spalle un nemico ‘invisibile’ purtroppo comune a cittadini e forze dell’ordine. Solo così potremo tornare a sperare in un futuro migliore, in cui video come questi, resteranno solo un lontano ricordo.
Carlo Saccomando