Oggi l’organizzazione Animal Equality, che si batte a livello internazionale per la difesa dei diritti degli animali, ha rilasciato una nuova video inchiesta realizzata in Spagna con la collaborazione esclusiva di Ana Pardo de Vera, direttrice di Público, media nazionale spagnolo, che ha deciso di introdursi insieme al team di Animal Equality in un enorme allevamento intensivo di polli.
Le agghiaccianti immagini mostrano quello che potrebbe essere tranquillamente definito un “lager” creato ad hoc per questa specie di uccelli la cui carne è destinata al consumo: si tratta del secondo tipo di carne più consumata al mondo e rappresenta circa il 35% della produzione di carne mondiale, preceduta dalla carne di maiale.
Nel filmato si vedono animali che non riescono a stare in piedi a causa delle enormi dimensioni che hanno raggiunto in soli 30 giorni, parzialmente o completamente ustionati a causa dell’ammoniaca emanata dal terreno per via dell’accumulo di feci e deiezioni mai pulite, volatili agonizzanti che crollano a terra, sotto il proprio peso sovradimensionato, non riuscendo a raggiungere gli abbeveratoi, e inesorabilmente finiscono per morire di fame e di sete.
Le sofferenze dei polli all’interno degli allevamenti intensivi sono inimmaginabili e spesso sconosciute, ma questi animali soffrono fin dalla nascita: sono costretti a vivere costantemente in sovraffollamento, l’aria è irrespirabile a causa dell’alta concentrazione di ammoniaca, si denota una totale assenza di luce naturale e gli abbeveratoi sono completamente ammuffiti
In questo comparto industriale tutto ha origine con selezione genetica: per gli imprenditori del settore è fondamentale che ogni animale produca il più possibile, ma per raggiungere questo obiettivo hanno optato per una selezione genetica esasperata che li costringe all’interno di una vera e propria gabbia fisica. Le immagini del video mostrano i corpi dei polli cresciuti a dismisura, una mutazione genetica che nella maggior parte dei casi ha conseguenze gravissime: lo scheletro dei pollo non è in grado di sostenere l’enorme peso raggiunto costringendo i volatili all’immobilità se non addirittura alla morte.
Si tratta, peraltro, di un tasso di crescita che nel corso dei decenni è cresciuto esponenzialmente in maniera artificiale: attualmente il tasso di crescita di un pollo per la produzione di carne è 4 volte superiore a quello di 70 anni fa. Ora raggiungono il peso da macello a 6 settimane di età, ben lontano dalle 13 settimane del 1950.
La razza di polli selezionata geneticamente dall’industria alimentare e sfruttata negli allevamenti intensivi di tutto il mondo è quella chiamata Broiler. Anche in Italia, secondo i dati di Unaitalia (Associazione Filiere Agroalimentari Italiane) il 98% di carne di pollo venduta è di razza broiler, quindi di animali cresciuti in condizioni terribili, selezionati per essere pronti al macello in circa 40 giorni, e costretti a vivere in capannoni sovraffollati, con quasi 20 polli per ogni metro quadro.
Lo hanno testimoniato alcuni attivisti italiani di Animal Equity, che sono entrati in alcuni allevamenti di polli che riforniscono il brand Amadori, rivelando la miseria in cui questi animali sono costretti a vivere.
A seguito del rilascio di queste immagini, Enpa (con la collaborazione di Animal Equality) ha potuto inserire questi nuovi video tra i documenti di un procedimento già in vigore contro Amadori. Grazie a queste immagini nel 2019 l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) ha chiesto ad Amadori di modificare la propria comunicazione circa i polli allevati a scopo alimentare, perché considerata infatti potenzialmente ingannevole.
Del resto il pollo è l’animale terrestre più sfruttato al mondo: nove su dieci degli animali terrestri allevati a scopo alimentare a livello globale sono polli. E sembra che questo numero sia destinato a salire: il consumo di carne di pollo sta crescendo – soprattutto nei paesi in via di sviluppo – più velocemente che quello di qualsiasi altro animale.
Anche in Italia i consumi di carne bianca sono cresciuti in modo esponenziale, sulla scia di una retorica che propone questa carne come più “sana”, nascondendo in realtà i tanti problemi e controversie che coinvolgono non solo la produzione ma anche gli animali, esposti a sofferenze terribili e prolungate.
Per tutte queste ragioni, per via del numero incredibile di polli sfruttati al mondo, e delle terribili sofferenze a cui sono sottoposti, Animal Equality si batte in prima linea per cercare di ridurre la sofferenza di questi delicati e intelligenti animali, e costruire per tutti loro un futuro migliore.
Carlo Saccomando