Il vaccino anti-Covid Nuvaxovid, prodotto da Novavax, è il quinto autorizzato sino ad ora in Europa. Ma non ci sono abbastanza dati per valutare la sua efficacia con la variante Omicron.
L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il via libera all’immissione in commercio condizionata nell’Ue del vaccino anti-Covid Nuvaxovid, prodotto da Novavax. Lo ha stabilito il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell’Ema dopo una riunione straordinaria. Si tratta del quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato sino ad oggi in Europa.
Nuvaxovid è un vaccino a base di proteine e i dati esaminati dall’Agenzia Ue soddisfano i criteri Ue per efficacia, sicurezza e qualità. L’Ema in una nota ha spiegato che sono stati due i principali studi effettuati: “Un primo studio, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (14 casi su 17.312 persone) rispetto alle persone a cui è stato somministrato Nuvaxovid. placebo (63 su 8.140 persone). Ciò significa che il vaccino ha avuto un’efficacia del 90,4% in questo studio“
Mentre il secondo, condotto nel Regno Unito “ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19 nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (10 casi su 7.020 persone) rispetto alle persone a cui è stato somministrato placebo (96 su 7.019 persone); in questo studio, l’efficacia del vaccino è stata dell′89,7%“.
Valutati insieme i due studi mostrano un’efficacia del vaccino Novavax di circa il 90%. L’Ema sottolinea che nonostante gli ottimi risultati raggiunti l’efficacia e la sicurezza del vaccino continueranno a essere monitorati man mano che il suo utilizzo si diffonderà in giro per l’Europa sia attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’Ue che tramite ulteriori studi da parte dell’azienda e delle autorità europee.
L’unica incertezza di questo vaccino è legata alla sua efficacia nei confronti della variante Omicron in quanto attualmente i dati a disposizione sono limitati: “Il ceppo originale di SARS-CoV-2 e alcune varianti preoccupanti come Alpha e Beta erano i ceppi virali più comuni in circolazione quando gli studi erano in corso – specifica la nota dell’Ema – attualmente sono disponibili dati limitati sull’efficacia di Nuvaxovid contro altre varianti preoccupanti, incluso Omicron”.
Mentre per quanto riguarda gli effetti indesiderati dopo la somministrazione riscontrati durante gli studi sono stati “leggeri o moderati e limitati a un paio di giorni dopo l’inoculazione“, per la maggior parte “dolore sul sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, generale malessere e nausea con vomito“.