VENEZIA. Arriva la “tassa di sbarco” a Venezia, in sostanza un ticket per chi – con qualunque vettore – arrivi nel capoluogo lagunare per turismo e non pernotti in città. E’ una misura consentita al Comune di Venezia da una norma della legge di Bilancio contenuta nel maxiemendamento su cui la Camera ha votato ieri la fiducia. Al comma 1129 della manovra economica 2019 si prevede così la possibilità di applicare un contributo per chi raggiunge per turismo “con qualunque vettore la città antica”.
Il balzello funzionerà con sostituto d’imposta e riguarderà solo i turisti giornalieri. Graverà sulle compagnie che fanno servizio di trasporto e si dovrebbe tradurre in un sovrappezzo sui biglietti tra i 2,5 e i 5 euro. Anche se, come si legge nella misura, “l’importo massimo consentito per entrambe tali misure è elevato a 10 euro”. Interessati quindi pullman, aerei, navi da crociera, vaporetti e, in generale, tutti quei mezzi che sbarcano in Laguna “a fini commerciali”.
L’obiettivo della misura è coinvolgere anche i ‘pendolari’, ovvero quei turisti mordi e fuggi che, non fermandosi in albergo, non sono intercettati dall’attuale tassa di soggiorno. La misura fiscale, si legge ancora nell’articolo, “potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l’accesso delle cosiddette grandi navi alla zona lagunare”. Non è ancora chiaro se il ticket d’ingresso si applicherà anche ai treni in arrivo alla stazione di Santa Lucia.