WASHINGTON. Gli americani si apprestano a ripetere quello che già fecero in Vietnam, abbandonare quelli che furono i loro fedeli alleati contro i comunisti del nord: i soldati e i montagnard sud vietnamiti. Questo scenario potrebbe ripetersi, anzi, si ripeterebbe oggi in Siria, nel nord del Paese se le truppe americane dovessero ritirasi in caso di attacco dell’esercito turco. Questa volta gli ex alleati abbandonati sarebbero i curdi che una parte importantissima la ebbero nella guerra contro l’ Isis tenendo e riconquistando, praticamente da soli città come Kobane. Ma la Casa Bianca ha dichiarato che la Turchia si appresta a invadere la Siria settentrionale, rinnovando timori per il destino dei combattenti curdi alleati con gli Stati Uniti nella guerra all’Isis.
Lo afferma Stephanie Grisham, responsabile della comunicazione della Casa Bianca, in una dichiarazione diffusa dopo un colloquio telefonico tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello americano Donald Trump. Nella nota si precisa che le truppe statunitensi “non sosterranno né saranno coinvolte nell’operazione” e “non saranno più nelle immediate vicinanze“, cioè nel nord della Siria. Non è chiaro se ciò significhi che gli Stati Uniti potrebbero ritirare i loro circa 1.000 soldati dalla Siria settentrionale. Una ipotesi, quella del ritiro delle truppe americane, ventilata da Trump nello scorso dicembre ma accolta con sfavore da gran parte della comunità internazionale, secondo cui il ritiro comporterebbe l’abbandono dei curdi nelle mani dell’esercito turco.
Per i combattenti e le sorprendenti e coraggiosissime combattenti curde non rimane molta scelta. Non sconfitti dalle armi dei tagliagole di Daesh, ne dai soldati turchi ma dalla politica torbida sempre disposta a trovare dei “sacrificabili” ai propri torna conto. E la Turchia di Erdogan gli Usa hanno sempre avuto posizioni a dir poco equivoche. Ma tuttavia dovranno essere fatti i conti anche con la Russia che non starà con le mani in mano a vedere invadere la Nazione dell’alleato Assad. La partita è tutta da giocare e vedremo come e chi darà le carte. E questa volta non sarà come allora in Vietnam quando agli americani bastò ammainare la bandiera e far fuggire l’ambasciatore con l’elicottero lasciando l’esercito del sud in balia dei soldati del nord, questa volta la scacchiera è più complessa.
Giuseppe Muri