TARANTO. Una bambina tarantina è morta di tumore al cervello a soli cinque anni. Parlano di mattanza, sulla pagina Facebook, i genitori uniti nell’associazione “Ets – Genitori Tarantini”, che ritengono che la causa della malattia della piccola Marzia Rebuzzi sia un’altra volta da imputare all’inquinamento industriale della città di Taranto. Marzia Rebuzzi, nipote di Aurelio Rebuzzi, papà di Alessandro, il 16enne morto il 2 settembre 2012 per una fibrosi cistica, era ricoverata all’ospedale Bambin Gesù di Roma.
Sono troppi, ormai, i bambini deceduti per tumore, e in memoria dei quali il 25 febbraio scorso l’associazione aveva organizzato una fiaccolata. Antonio Cecere, un genitore scrive di “esistenze non più esistenze, neutralizzate negli inceneritori di progressi promessi e mai mantenuti, in cokerie di polveri di stelle, in parchi neri come il carbone e di minerali senza il verde che uno sogna nella primavera. Non posso vivere sereno in una città dove ogni anno centinaia di bambini divengono angeli prima di poter volare qui”.
L’ex Ilva, fabbrica di produzione e trasformazione dell’acciaio nominata “il mostro” dagli abitanti di Taranto per l’inquinamento prodotto, è il più importante stabilimento industriale italiano a Taranto, e il maggiore in Europa per l’acciaio. In amministrazione straordinaria dal 2015, nel 2018 entra ufficialmente a far parte del colosso ArcelorMittal, diventando Arcelor Mittal Italia. Nel gennaio 2019 la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo accoglie i ricorsi presentati anni addietro da quasi 200 residenti nei pressi dello stabilimento siderurgico, condannando l’Italia per non aver tutelato il diritto alla salute dei cittadini.
Intanto è notizia di ieri che l’Amministrazione comunale di Taranto varerà il primo vero osservatorio per la salute, e il sindaco Rinaldo Melucci ha dichiarato che: «I dati certificati sulla salute sono l’unica stella polare, sulla scorta di quelli siamo disponibili a ragionare anche dell’area a caldo». Dall’altra parte la Procura della Repubblica di Taranto rimane vigile su svolgimento e attuazione dei progetti di salvaguardia ambientale, dal momento che il procuratore capo, Carlo Maria Capristo, ha chiamato in Procura Arcelor Mittal Italia, il nuovo gestore dell’Ilva, i commissari dell’amministrazione straordinaria Ilva, il commissario di Governo alla bonifica, il custode giudiziario dell’acciaieria, Arpa Puglia, e Asl Taranto. Gli incontri saranno periodici, al fine di supervisionare il progetto per cui il nuovo gestore sembra investire 1,15 miliardi nell’ambiente.