San Gimignano è una delle diverse città della Toscana che ha mantenuto la sua struttura medievale e che sembra uscire direttamente da un racconto che ha per protagonisti dame e cavalieri. In effetti la cittadina in provincia di Siena è rimasta pressoché la stessa dal lontano 1282, anno in cui fu vietato di abbattere le case per costruirne di nuove.
Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1990, è anche nota come “Città delle Cento Torri” per le numerose strutture che si innalzavano verso il cielo durante l’epoca comunale. Oggi, purtroppo, ne sono rimaste poche a testimonianza (13 per l’esattezza) delle lotte di potere continuamente in corso tra le famiglie. La loro costruzione aveva scopi sociali. Le famiglie più prestigiose avevano le case più alte e la gara a chi costruiva la torre più alta era molto in voga.
Le case-torri avevano anche scopi più pratici però. I ponti che le collegavano tra loro infatti permettevano di non utilizzare la strada e di spostarsi da una torre all’altra in caso di pericolo. Le torri creavano anche uno spazio utile per permettere ai tessuti tinti con lo zafferano di essere trattati al riparo dal sole e dalla polvere dei piani bassi.
Purtroppo, a partire dal Trecento, le lotte interne, la peste e le carestie che colpirono l’intera zona portarono a un veloce spopolamento della cittadina e al suo triste declino. San Gimignano si arrese alla vicina Firenze e rinunciò alla sua autonomia, rimanendo in disparte per secoli. E’ proprio questo passato più buio, però, che oggi ci permette di essere avvolti in un’atmosfera medievale fatta di mura, torri e vicoli quando la visitiamo.
La storia ha lasciato che fossero altri borghi e altre città a fiorire e a modificarsi. Qui la riduzione del numero di abitanti e un’importanza sempre minore a livello politico e commerciale hanno impedito lo sviluppo massiccio e sregolato. Per questo, a San Gimignano, tutto sembra essersi cristallizzato.
Tra gli edifici storici da non perdere c’è sicuramente il Duomo, la cui facciata romantica del XII secolo è completamente originale e al suo interno sono custoditi diversi capolavori tra cui un crocifisso ligneo del 1200.
A San Gimignano si possono inoltre visitare La Rocca di Montestaffoli, fortezza edificata per difendere la città e il Museo della Tortura, un esempio di come l’uomo nel corso dei secoli è stato capace di inventare attrezzi per torturare altri suoi simili. In quanto alle torri, come detto ne sono rimaste in piedi 13, a partire dalla Torre Grossa, la più alta di San Gimignano.
Nel Medioevo un editto imponeva di non costruire una torre più alta di Torre Rognosa, editto che non fu però rispettato e Torre Grossa, con i suoi 54 metri di altezza, detiene il record ancora oggi. Salire sulla sua sommità è possibile e da lì si può ammirare un panorama bellissimo sui colli della Val d’Elsa e sulle colline di San Gimignano coltivate a Vernaccia. Tra le altre torri, la Rognosa e quella del Diavolo, la torre degli Ardinghelli e quella dei Salvucci.
Al primo piano del polo museale del Conservatorio di Santa Chiara di San Gimignano è stata, invece, ricostruita la Spezieria di Santa Fina, ovvero la farmacia dell’antico ospedale cittadino, fondata nel 1253. L’esposizione è suddivisa in due parti, da un lato la cucina, ovvero il laboratorio per la preparazione dei medicinali e dall’altro la bottega. Qui sono esposti i vasi originali e addirittura i medicinali che sono stati ritrovati nei vasi.
Assolutamente da visitare è Piazza della Cisterna: si chiama così in quanto al suo centro c’è una grande cisterna medievale risalente al 1200. Il fascino della piazza è rimasto pressoché intatto nei secoli e il suo perimetro è ancora disegnato dalle casi torri e dai palazzi nobiliari. Tra questi ammirate Casa Salvestrini, Palazzo Tortoli e Palazzo dei Cortesi.
Per gli eventi della tradizione locale si segnalano la festa di Santa Fina, patrona della città il 12 marzo e la festa del Santo Patrono San Gimignano, che si conclude il 31 gennaio con una grande fiera in onore del Santo.
Piero Abrate