• 18 Novembre 2024
  • TURISMO

Una gita a… Pistoia, Capitale della Cultura italiana nel 2017

Il titolo di Capitale della Cultura italiana 2017 ha fatto conoscere Pistoia a molti italiani, dando il giusto merito a questa bella cittadina italiana, fino a quel momento un po’ in ombra rispetto agli altri gioielli toscani come Firenze e Siena. Collocata esattamente a metà strada tra Firenze e Lucca, da cui dista solo 40 km, Pistoia di solito non viene inserita nei classici itinerari turistici o per lo meno non viene proposta a chi si trova a visitare la Toscana per la prima volta, ma è senz’altro una città ricca di fascino e di cose da vedere.

In Piazza del Duomo si concentrano tutti i simboli del potere religioso e civile della città

Cuore monumentale della città è Piazza del Duomo, dove si concentrano tutti i simboli del potere religioso e civile della cittadina toscana. Il Duomo di Pistoia risale al X secolo ed è intitolato a San Zeno, vescovo del 300 d.C. La statua del Santo si trova sul tetto della Cattedrale accanto a quella del Santo patrono della città San Jacopo. Le due figure dei Santi sono legate storicamente, infatti pare che fu proprio il vescovo Zeno a ottenere per la città di Pistoia un’importante reliquia di San Jacopo, a cui la città era devota, proveniente da Santiago de Compostela.

Il Duomo è fiancheggiato a sinistra dal campanile di 67 metri e a destra dal Palazzo Vescovile. Di fronte al sagrato del Duomo si staglia la sagoma ottagonale del Battistero di San Giovanni in Corte, un elegante esempio di architettura gotica risalente, nella sua forma attuale, al XIV secolo. Il Battistero ha pianta ottagonale ed una caratteristica facciata in marmo bicromo che si rifà alla tradizione romanica pistoiese.

Dall’altro lato della piazza ci sono i simboli del potere civile: accanto al battistero la sagoma imponente del Palazzo del Podestà (oggi tribunale) e il Palazzo del Comune che dal 1294 ospita il potere politico di Pistoia, con un cavalcavia che lo collega al Duomo. Alla destra del Palazzo del Comune c’è la torre di Catilina, dove, secondo la leggenda, si trovano i resti del militare romano che nel 62 a.C. cercò di sovvertire la Repubblica Romana. Dal 998 (1020 anni!) in Piazza del Duomo si svolge, il mercoledì e il sabato, il mercato, un appuntamento imperdibile per pistoiesi e turisti. Se passate da Pistoia il 25 luglio, giorno dedicato al patrono San Jacopo, non perdetevi la Giostra dell’Orso, il palio che si svolge proprio in Piazza del Duomo dal 1200.

Piazza della Sala si trova alle spalle del Battistero. “La Sala”, come la chiamano i pistoiesi, ospita il mercato cittadino ed una serie di botteghe “storiche” ed anche enoteche, bar e ristoranti perfetti per una pausa all’insegna del gusto dopo una mattinata tra storia, arte ed architettura.

Ora possiamo dirigerci verso l’antico Ospedale del Ceppo, in piazza Giovanni XXIII, che potete raggiungere facilmente a piedi con una passeggiata di 10-15 minuti. Fondato nel XIII secolo, l’Ospedale del Ceppo ebbe tra l’altro un ruolo fondamentale nel 1349 quando la città fu colpita da un’epidemia di peste nera.

Nei secoli sono stati fatti diversi interventi strutturali: nel 1500 fu costruito il caratteristico loggiato esterno e nel 1600 il complesso fu ulteriormente ampliato. Merita soffermarsi ad ammirare il loggiato, sulla cui facciata corre un prezioso fregio policromo in terracotta invetriata, opera dello scultore Santi Buglioni. Sotto il fregio, all’incrocio delle arcate, sono collocati dei tondi sempre in terracotta invetriata, realizzati da Giovanni della Robbia.

I sotterranei dell’Ospedale del Ceppo meritano una visita

L’Ospedale del Ceppo non è visitabile al suo interno, ma è possibile fare una visita guidata di parte dei suoi sotterranei: 650 metri di percorso bonificato (foto sopra) al termine del quale si può accedere ala saletta anatomica dell’antica Scuola Medica del Ceppo. Situata nel giardino dell’Ospedale, è la più piccola sala anatomica del mondo ed è davvero pregevole.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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