Padova è un ricchissimo scrigno colmo di tesori tutti da scoprire. Arte, cultura, storia e gastronomia, imponenti piazze, vicoli e botteghe, non manca davvero nulla. La città di Sant’Antonio può essere visitata con qualsiasi tempo atmosferico e qualsiasi stagione, in quanto vanta ben 12 chilometri di portici, terza in Italia alle spalle unicamente di Bologna e Torino.
Recita un antico detto popolare: “Venezia la bella, e Padova sua sorella”. Il paragone con Venezia dovrebbe già far comprendere, a chi non è mai stato in questa città, cosa troverà durante la sua visita. La Cappella degli Scrovegni di Giotto, il più importante ciclo pittorico del mondo, basterebbe già da sola a giustificare una visita a Padova. Sempre in tema di arte, i Musei Civici raccolgono una bella collezioni di pittori soprattutto veneti (Tiepolo, Tintoretto, Veronese) e nel Battistero del Duomo è perfettamente conservato un altro straordinario ciclo di affreschi, quello di Giusto de’ Menabuoi.
Il nostro percorso comincia dalla Cappella degli Scrovegni, intitolata a Maria Vergine Annunziata. Si tratta di uno dei più preziosi gioielli di Padova in quanto ospita al suo interno un celeberrimo ciclo di affreschi di Giotto. Essa è stata costruita nell’area dell’antica arena romana, acquistata nel XIV secolo da una ricca famiglia padovana di banchieri, gli Scrovegni. Nei primi anni del Trecento fecero costruire l’edificio di culto e tra il 1303 e il 1305 incaricarono il pittore fiorentino di dipingerne le pareti.
La visita può proseguire ai Musei Civici agli Eremitani che si trovano nello stesso complesso della Cappella degli Scrovegni e si suddividono in Museo Archeologico e Museo d’Arte Medievale e Moderna. Il Museo Archeologico custodisce reperti risalenti all’epoca paleoveneta, pre-romana e romana. Due sale, invece, sono dedicate all’Egitto, grazie al contributo dell’esploratore padovano Belzoni. Il Museo d’Arte Medievale e Moderna è veramente ricchissimo di opere realizzate tra il Trecento e l’Ottocento e vanta grandi nomi, tra i quali troviamo Canova, Tintoretto, Veronese, Tiepolo e molti altri.
Poco più avanti, proseguendo verso il centro, si trova la Chiesa degli Eremitani dedicata ai Santi Filippo e Giacomo. Risale al 1276; purtroppo però ha subito parecchi danni durante la seconda guerra mondiale. Gli affreschi all’interno sono molto interessanti, anche se a prima la chiesa potrebbe apparire un po’ spoglia.
Poco lontano si trova invece Palazzo Bo, sede dell’Università degli Studi di Padova dal 1943: qui si trova il Teatro Anatomico più antico del mondo, fatto costruire nel 1594. Assolutamente una capatina la dovete fare anche a Prato della Valle la piazza più grande di Padova e d’Italia, nonché la seconda più grande d’Europa, grazie a una superficie di oltre 88 mila metri quadrati. All’interno si trova un’isola verde, che prende il nome di Isola Memmia (dal podestà che commissionò i lavori) ed è circondata da un canale ornato da statue che raffigurano celebri personaggi del passato.
Da non perdere sono anche il Duomo e il Battistero. Dedicato a Santa Maria Assunta, il Duomo fu costruito a partire dal 1522 su progetto di Michelangelo Buonarroti. La facciata su cui si aprono i tre portali è incompleta mentre l’interno è ampio e armonioso anche se di non particolare originalità. Molto più bello è il Battistero adiacente al Duomo con un ciclo di affreschi considerato il capolavoro di Giusto de’ Menabuoi. Appena si alza lo sguardo verso la cupola ci si sente osservati da centinaia di occhi di angeli e santi e lo sguardo severo del Cristo Pantocratore al centro della scena. Sulle altre pareti e sui pennacchi sono rappresentate “Storie della Genesi“, “Profeti ed evangelisti” e le “Storie di Cristo e del Battista“.
Meta di un pellegrinaggio senza sosta è, invece, la Basilica di Sant’Antonio che merita una visita anche per la presenza di molti capolavori dell’arte italiana. La prima cosa che si nota è la compresenza di stili diversi dovuti agli interventi che si sono susseguiti: la facciata romanica, il deambulatorio gotico con le sette cappelle, le cupole bizantine i campanili moreschi.
All’interno, partendo da destra, si susseguono la Cappella del Gattamelata e quella di San Giacomo affrescata nel 1300 da Andriolo de Santi, uno dei maggiori architetti e scultori veneziani d’allora. Subito dopo c’è la Cappella della Crocifissione e poi la Sala del Capitolo, con un frammento di Crocifissione attribuito a Giotto. Il “Tesoro della Basilica” con le reliquie del Santo si trova al centro del Deambulatorio. In diverse teche sono visibili la lingua e il mento intatti di Sant’Antonio, segno, secondo la Chiesa, del riconoscimento che Dio ha voluto dare all’instancabile opera di evangelizzazione del Santo.
Nella Piazza antistante la basilica da non perdere Il monumento equestre al Gattamelata, statua in bronzo di Donatello, autentica rivoluzione nella storia dell’arte: è stata la prima statua equestre di grandi dimensioni svincolata da altri elementi architettonici.
Piero Abrate