Circa 1.700.000 anni fa, in un’epoca geologica nota come Pleistocene, il clima del nostro pianeta iniziò a diventare più rigido: il livello del mare si abbassò di parecchi metri, anche a causa dell’orogenesi alpina, e le valli montane furono invase da possenti ghiacciai.
Uno di questi copriva interamente la Valle d’Aosta e si spingeva verso la pianura piemontese per decine di chilometri. L’azione erosiva svolta dal ghiacciaio nel suo movimento verso Sud accumulò imponenti quantità di detriti lungo i margini frontali e laterali del ghiacciaio stesso e scavò numerose depressioni nella pianura.
Quando la temperatura del pianeta si innalzò nuovamente, il ghiacciaio valdostano si ritirò gradualmente verso Nord e lasciò in vista i bacini del Lago di Candia, di Viverone e di numerosi altri specchi d’acqua del Canavese, circondati dalla cinta di colline che oggi prendono il nome di anfiteatro morenico di Ivrea.
Siamo nell’Eporediese, in provincia di Torino. Gli specchi d’acqua in cui si riflette oggi il paesaggio canavesano sono accomunati dalla stessa origine ma non dal medesimo destino: a differenza dei laghi non lontani, lo specchio d’acqua di Candia riverbera un paesaggio assai più integro, che si è mantenuto esente da eccessive interferenze antropiche.
Cinto dalle colline moreniche su cui sorgono gli antichi borghi di Candia Canavese, Vische e Mazzé il lago di Candia si mostra screziato di mille colori che mutano al volgere delle stagioni. Lasciatevi guidare dal canto degli uccelli di palude e dal profumo delle ninfee in fiore: scoprirete una delle zone umide più preziose del Piemonte e, forse, d’Italia.
Il parco è interessante non solo per l’ambiente lacustre, ma anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. La presenza del Parco si pone come elemento di tutela del territorio e di possibile sviluppo dell’area.
Si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca.
La scarsa edificazione sulle rive e la minor pressione turistica hanno permesso al bacino di conservare notevoli condizioni di naturalità, che fanno del lago e della vicina palude una delle più importanti zone umide del Piemonte, non a caso inserita nell’elenco dei Siti di importanza comunitaria – oggi Zone speciali di conservazione – ai sensi della direttiva Habitat dell’Unione Europea.
Il lago ha dato il nome al primo parco di interesse provinciale italiano, istituito come detto nel 1995 su proposta della Provincia di Torino. I quasi 350 ettari del parco comprendono il lago, la palude e la paludetta. Situato fra Candia e Mazzè a una quota di 226 metri, il lago ha una superficie di 1.5 km quadrati e una profondità media di 4,7 metri. È alimentato da alcune sorgenti situate lungo la costa meridionale. Il deflusso avviene attraverso il canale Traversaro, zona di particolare interesse per la vegetazione. Oltre 400 sono le specie floreali presenti, fra le quali alcune varietà idrofile non comuni come il trifoglio fibrino, l’utricularia, la potentilla palustre e la rarissima violetta d’acqua (Hottonia palustris).
Dal punto di vista faunistico la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall’avifauna. Situato sulla rotta sud-occidentale, il lago di Candia è un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo. Duecento le specie censite, tra le quali il tarabuso, il tarabusino, l’airone rosso e, in particolare, la moretta, che ha fatto del parco uno dei principali siti di nidificazione in Italia.
Poche e vaghe sono le notizie storiche sulla fauna ittica. Sul lago insistono fin dal XVI secolo diritti di uso civico per la pesca professionale, unica fonte di sostentamento fino a pochi decenni or sono per decine di famiglie locali.
Tra le specie presenti, la carpa, la tinca, il luccio, il cavedano, la scardola, il persico trota, il persico reale e il pesce gatto (le ultime tre immesse). Il parco è interessante anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. Il parco si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca. Le acque del lago ospitano allenamenti e competizioni di canottaggio e canoa e ospiteranno nell’estate 2019 le gare degli European Master Games.
Piero Abrate