La proposta viene dal mondo cattolico, è di papa Francesco. Nel mese di ottobre si è tenuto a Roma un interessante incontro culturale, organizzato dalla Congregazione vaticana per l’educazione cattolica d’intesa con la Pontificia Università Lateranense, durante il quale Papa Francesco, intervenuto all’assise con un suo videomessaggio, ha fatto una serie di considerazioni sull’importanza dell’educazione ed ha proposto alcuni punti sui quali lavorare per impostare l’attività educativa, che deve puntare in modo esplicito alla fratellanza e alla solidarietà.
Si tratta, e lo si avverte subito, di una impostazione per alcuni versi sostanzialmente rivoluzionaria, perché educare alla fratellanza rappresenta un obiettivo non sempre considerato prioritario nel passato, obiettivo che invece diventa prioritario anche alla luce dei recenti fatti collegati alle situazioni sanitarie che si sono registrate in questi mesi, con effetti che ancora oggi persistono in modo grave.
Va anche detto che ancora una volta il messaggio di Francesco è un messaggio aperto, nel senso che contiene una proposta di contributo alla costruzione di una nuova educazione, senza avere la pretesa di essere esclusiva. In parole semplici nel testo non troviamo espressioni che necessariamente devono vincolare gli studiosi e gli operatori, la sue espressioni vogliono essere un contributo alla costruzione di un piano il più completo possibile, che deve tenere conto di tutte le proposte.
Nell’intervento papale infatti si trovano proposte di percorsi educativi che vanno confrontati con altre ipotesi. Dalla sintesi di queste indicazioni si ricaverà un progetto comune, da attuarsi in uno spirito di collaborazione aperta.
Secondo papa Francesco è arrivato il momento di sottoscrivere un nuovo patto educativo in grado di legare in un’azione comune e condivisa i soggetti che si occupano di educazione per almeno due motivi:
A prima vista può sembrare che il nuovo patto educativo proposto da Francesco sia un accordo tra istituzioni pubbliche, e quindi soprattutto statali, che gestiscono ufficialmente l’educazione. Non è assolutamente così.
Il pontefice si rivolge a tutte le strutture che si occupano di educazione. Per certi versi ritiene addirittura che il patto debba riguardare soprattutto le istituzioni non statali, perché è convinto che le strutture pubbliche siano sostanzialmente ingessate e quindi abbiano difficoltà a muoversi.
Dice infatti Francesco: ”Non dobbiamo aspettarci tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e nuove trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte all’occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani, che prendono su di sé dolori dei fallimenti, invece di formulare odi e risentimenti”
Molto significativi, e nello stesso tempo molto concreti, gli obiettivi, che papa Francesco propone di condividere per attuare una robusta lotta alla pandemia che ha generato e diffuso la cultura dello scarto e soprattutto per creare una nuova educazione all’altezza dei nostri tempi.
Ecco in sintesi le proposta di Francesco:
Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative