SYDNEY. In Australia esiste un luogo da sempre sacro agli aborigeni, ed è un massiccio roccioso dal colore rosso intenso chiamato Uluru, in inglese Ayers Rock, selvaggio quanto si potrebbe immaginare fosse la Terra alla nascita. La natura ha fatto di questo monolito in 30mila anni di cultura e spiritualità uno spettacolo per gli occhi di chi lo incontra, dal momento che il rosso che lo caratterizza cambia colore, passando dall’ocra, all’oro, al bronzo, al viola, secondo l’ora della giornata e la stagione. Questo enorme blocco di roccia arenaria per lungo tempo in mezzo a una controversia, da oggi non si può più scalare, dopo decenni di richieste da parte degli aborigeni Anangu. Centinaia di turisti, infatti, affollano dagli Anni Cinquanta i sentieri sacri che portano alla montagna, ricca di minerali che riflettono particolarmente la luce rossa.
Situato all’interno del Parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, aggiunto alla lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, Uluru, costituito in larga parte di ferro, nella mitologia delle popolazioni del luogo è stato creato ed è circondato da creature ancestrali, i cui segni si possono trovare nelle sue caverne, nelle sue pozze, tra le sue sorgenti, e nel paesaggio circostante avvolto dal mistero. Gli aborigeni hanno richiesto più volte che i turisti non scalassero il massiccio, sia perché si tratta di un luogo sacro nella mitologia aborigena, sia per motivi di sicurezza, e finalmente hanno vinto questa controversia.
Simona Cocola