Nel trentatreesimo giorno di conflitti il presidente Volodymyr Zelensky, alla vigilia dei nuovi colloqui, che si svolgeranno in Turchia domani e dopodomani, ha dichiarato pubblicamente di essere pronto ad accettare lo status di neutralità dell’Ucraina come parte di un accordo di pace con la Russia. Si tratterebbe di un importante passo avanti visto che sino ad ora il premier ucraino aveva rifiutato tutte le richieste avanzate da Putin per fermare le ostilità.
Le nuove e clamorose dichiarazioni sono state rese nel corso di un’intervista rilasciata in videoconferenza ad alcuni giornalisti indipendenti russi. Zelensky ha però ribadito che qualsiasi accordo dovrà essere sottoposto al giudizio del popolo ucraino attraverso un referendum, anche se la volontà del governo è quella di raggiungere “senza alcun indugio” un accordo di pace e ripristinare “una vita normale” nel Paese. “La sovranità e l’integrità territoriale sono fuori dubbio“, ha inoltreò ricordato il presidente dell’Ucraina affermando che “le questioni del Donbass e della Crimea devono essere discusse e risolte” nei colloqui di pace.
Intanto il consigliere di Zelensky, Mikhail Podoliak, ha fatto sapere che l’esercito russo nelle ultime ore sta continuando a lanciare attacchi missilistici su tutta l’Ucraina. In un post su Twitter, Podoliak ha focalizzato l’attenzione sulle città di Lutsk, Kharkiv, Zhytomyr e Rivne, tutte bersagliate da Mosca. “Sempre più missili ogni giorno. Mariupol sotto un bombardamento ‘a tappeto‘”, scrive il consigliere di Zelensky. “La Russia non ha più umanità, civiltà. Solo missili, bombe e tentativi di cancellare l’Ucraina dalla faccia della terra“, è il commento polemico di Podoliak.
Oltre agli attacchi missilistici non stop le forze ucraine, nell’ultimo rapporto operativo diramato, hanno informato che la Russia ha ritirato le truppe che circondavano Kiev dopo aver subito perdite significative. Il ritiro ha “significativamente ridotto” l’intensità dell’avanzata di Mosca, aggiunge lo stato maggiore delle forze armate ucraine.
È stata abbandonata anche la città di Slavutych, abitata in gran parte dai lavoratori della centrale nucleare di Chernobyl. I funzionari militari affermano poi di ritenere che la Russia stia trasportando missili ‘Iskander‘ a Kalinkavichy, nel Sud-Est della Bielorussia.
Nessun ritiro russo invece da Mariupol, che rimane sotto assedio. Zelensky ha definito la situazione della città uva vera e propria “catastrofe umanitaria“, sottolineando che i russi hanno portato via dalla città oltre 2.000 bambini la cui collocazione esatta è ancora sconosciuta. “Possono essere lì con o senza genitori: è spaventoso, li tengono come merce di scambio“, ha aggiunto il presidente ucraino. “Le forze armate russe stanno trasformando la città di Mariupol in polvere“, è la preoccupazione espressa pubblicamente dal ministero degli Esteri di Kiev.
Nella stessa città portuale la Croce Rossa ha lanciato un allarme: “Non siamo in grado di far entrare alcun aiuto nella città di Mariupol assediata poiché richiede che la Russia e l’Ucraina garantiscano un passaggio sicuro“. Lo ha affermato il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr). “Le parti devono essere i garanti e avere un accordo per permettere un passaggio sicuro. Devono pubblicizzare il percorso e lasciare molto tempo alle persone per uscire”, ha detto alla Bbc il portavoce del Cicr Matt Morris.
Il campione del mondo di kickboxing, Maksym Kagal, è morto in battaglia a Mariupol. Lo riportano i media ucraini, sottolineato che l’atleta faceva parte delle forze speciali di Azov. “Dormi tranquillo, fratello, la terra è tua, ti vendicheremo”, ha commentato l’allenatore Oleg Skirt. Kagal era il primo campione del mondo di kickboxing Iska (International sport karate association) tra gli adulti nella squadra nazionale ucraina.
Sale a 143 il bilancio dei bambini morti in Ucraina dall’inizio del conflitto, mentre quelli feriti sono 216. È il bilancio fatto dalla commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova.
Le forze di difesa ucraine riferiscono inoltre che cinque attacchi delle forze russe nelle regioni di Donetsk e Lugansk sono stati respinti. Nel bollettino quotidiano sull’andamento della guerra si spiega che a Donetsk e Lugansk gli ucraini hanno distrutto due carri armati, un veicolo di fanteria e un’auto. Mentre le forze aeree hanno distrutto quattro aerei, un elicottero e due velivoli senza pilota.
Le truppe russe hanno attaccato stamattina la città di Rubizhne, città con circa 60 mila abitanti situata nella regione di Lugansk, nell’est dell’Ucraina. Ci sono almeno un morto e un ferito. Lo annuncia il capo dell’amministrazione militare regionale di Luhansk, Serhiy Haidai su Telegram. “Bombardamento mattutino a Rubizhne: abbiamo morti e feriti”, si legge nel post, riportato da Ukrinform.
“Danneggiata una casa – aggiunge -, ritrovato il corpo di una vittima, il ferito è stato portato in ospedale in ambulanza. Il numero delle vittime è ancora in fase di definizione“.