Domani il presidente turco Erdogan sentirà quello russo Putin
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Kharkiv, a far visita ai militari che operano in prima linea. Si tratta di una delle pochissime volte in cui il leader ucraino ha lasciato Kiev dall’inizio della guerra, 95 giorni fa. La visita avviene in un momento molto delicato per l’esercito ucraino. La Russia continua infatti la sua avanzata in Donbas.
“Provo un orgoglio sconfinato per i nostri difensori“, ha scritto Zelensky, commentando la visita. A Kharkiv migliaia di case sono distrutte ma il presidente ha promesso che “Tutto sarà ricostruito“. Al momento un terzo del territorio della città, la seconda dell’Ucraina, è occupato dai russi.
Domani Recep Tayyp Erdogan sentirà Vladimir Putin. La telefonata, annunciata dal presidente turco, è stata confermata dal Cremlino. Dopo i tentativi a vuoto di Macron, Scholz e Draghi, prova ora la Turchia a rimettersi al centro dell’iniziativa diplomatica. Erdogan ha fatto sapere di voler sentire, oltre a Putin, anche Zelensky. L’obiettivo è di mettere i due presidenti russo e ucraino intorno allo stesso tavolo. La stessa richiesta fatta dal presidente francese, dal cancelliere tedesco e dal presidente del consiglio nei giorni scorsi durante i loro colloqui con Putin. E rispedita al mittente dal presidente russo.
Parlando da Baku in Azerbaijan, Erdogan ha anche ribadito il veto turco all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. Secondo il presidente, si tratta di paesi che “aiutano i terroristi“, e i recenti incontri diplomatici con gli inviati di Stoccolma e Helsinki “non sono stati del livello che mi attendevo“.
L’Unione europea tenta di sbloccare lo stallo in cui da settimane si trova il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia. L’embargo al petrolio di Mosca ha dovuto fare i conti con il veto dell’Ungheria. La nuova proposta della Ue si basa sull’esclusione dal blocco dell’oleodotto dell’Amicizia, che porta il greggio a Ungheria, Polonia e Germania. Una ipotesi che potrebbe indurre il premier magiaro Orban a dire sì. L’obiettivo è trovare un accordo prima del consiglio europeo straordinario di domani e dopodomani a Bruxelles.