Sarà possibile votare fino al 27 settembre per annessione Donetsk, Lugansk e nelle aree occupate di Kherson e Zaporizhzhia. Ma sale lo sdegno della comunità internazionale che definisce il voto "illegittimo".
Questa mattina le principali agenzie di stampa russe hanno annunciato l’avvio del referendum sull’annessione alla Federazione Russa di alcune zone dell’Ucraina controllate in tutto o in parte da Mosca. Le votazioni si terranno fino al 27 settembre nelle regioni separatiste filorusse di Donetsk e Lugansk (a Est) e nelle aree occupate dai russi di Kherson e Zaporizhzhia (a Sud). Intanto Kiev e l’Occidente hanno definito le votazioni una “farsa”.
Per motivi di sicurezza nei primi quattro giorni di referendum la popolazione delle quattro regioni sarà invitata a votare vicino alle proprie abitazioni, piuttosto che ai seggi elettorali, oppure saranno effettuati dei giri presso le abitazioni dei cittadini. Lo fa sapere l’agenzia di stampa statale russa Tass.
La Commissione elettorale centrale della regione di Kherson prevede che circa 750mila persone parteciperanno alle votazioni, con mezzo milione di persone registrate come elettori nella regione di Zaporizhzhia. Le schede elettorali per il referendum sono state stampate per 1,5 milioni di elettori della dell’autoproclamata Repubblica del Donetsk (Rpd).
Per i residenti della Rpd sono disponibili 450 seggi elettorali nella Repubblica e più di 200 in Russia. La Commissione elettorale centrale della Rpd ha aperto 461 seggi elettorali nella Repubblica e 201 in Russia. Secondo la Regione di Zaporozhzhia, sono stati istituiti 394 seggi elettorali nella regione e altri 102 in Russia. I cittadini della Regione di Kherson possono esprimere il proprio voto in una qualsiasi delle otto commissioni elettorali territoriali o 198 locali, oppure possono farlo in Crimea, a Mosca o in altre città russe.
“Gli occupanti russi hanno organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni e costringere le persone a partecipare al cosiddetto ‘referendum’. I cittadini sono stati minacciati: coloro che non parteciperanno alla votazione verranno automaticamente licenziati dal lavoro“. Lo ha affermato il governatore ucraino in esilio di Lugansk Sergey Gaidai, specificando che “le autorità hanno vietato alla popolazione locale di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre (date in cui si tiene il referendum di annessione alla Russia)“.
Al contrario di quanto sostenuto dal governo ucraino, il Cremlino fa sottolinea il pieno sostegno ai referendum nelle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk (Rpd) e Lugansk (Rpl) e negli altri territori sono conformi alle norme internazionali e alla Carta delle Nazioni Unite. La presidente del Consiglio della Federazione russa Valentina Matviyenko ha definito il voto referendario come un “diritto legale” che nella situazione attuale equivale ad un “diritto alla vita“.
La comunità internazionale ritiene il voto referendario “illegittimo“, e anche la Cina si è espressa contro. Il mondo non riconoscerà né il voto né la probabile dichiarazione di annessione da parte del Cremlino, ma a spaventare sono le possibili ripercussioni sul conflitto in Ucraina.
Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, ha detto che “la Spagna condanna con fermezza i referendum organizzati per annettere i territori occupati, che rappresentano una chiara violazione delle norme internazionali: il loro esito non sarà mai riconosciuto“. Sanchez ha aggiunto che la comunità internazionale deve rimanere unita a difesa dell’Ucraina e dei valori sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite.