Anche nella notte del 19esimo giorno di conflitto il suono delle sirene ha riecheggiato in gran parte dell’Ucraina: in almeno 19 delle 24 province del Paese la nottata è stata ancora di paura sotto il fuoco dell’artiglieria russa. Tra le situazioni più a rischio spicca quella di Mariupol, città strategica che affaccia sul mar d’Azov, dove i civili cercano di fuggire dopo l’intensificazione degli attacchi russi.
Lo stabilimento degli aerei Antonov, a nord di Kiev, è stato bombardato questa mattina dall’esercito russo russi. Lo riferisce l’amministrazione di Kiev che ha precisato che non è stato attaccato l’aeroporto, così come era stato erroneamente riportato in un primo momento. L’impianto di produzione di aerei Antonov, una delle prime ditte produttrici sovietiche di aerei da trasporto, è situata Sviatoshyn Airfield, a circa 10 chilometri dal centro della capitale ucraina. Sui social media circolano dei video non verificati che mostrano una grossa nube di fumo che si alza dall’aeroporto.
Un condominio di 9 piani a Kiev, nel distretto di Oblon, è stato colpito stamattina dai bombardamenti russi e nelle operazioni di soccorso sono state trovate 2 persone morte, mentre 3 feriti sono stati portati all’ospedale. Altre 15 persone sono state salvate dall’incendio e 63 sono state evacuate mentre si provvedeva a spegnere le fiamme. Lo riporta il Kyiv Independent citando il Servizio statale di emergenza.
Le autorità di Kiev dicono di aver accumulato generi alimentari essenziali per un minimo di due settimane: nel caso in cui la capitale venga accerchiata e assediata, ci sarebbe cibo per almeno due settimane per nutrire i due milioni di persone che sono rimasti nella città.
La sua foto aveva fatto il giro del mondo, aveva sconvolto l’opinione pubblica mondiale ed era diventata una delle immagini simbolo della crudeltà di questa guerra: purtroppo non ce l’ha fatta la donna incinta trasportata in barella da un gruppo di militari e soccorritori dopo i bombardamenti all’ospedale pediatrico di Mariupol. La donna fu fotografata, distesa su una barella, mentre si teneva con le mani il grembo insanguinato. I medici non sono riusciti né a salvare lei e nemmeno il bambino che portava dentro di sé.
In un primo momento alcuni media avevano riportato la notizia che quelle foto fossero state create ad arte per infangare la Russia e la strategia militare di Putin, in quanto un’altra donna incinta, Marianna Pidhurska, una beauty blogger che era stata immortalata mentre fuggiva dalla struttura sanitaria a seguito dell’attacco. Si vociferava che l’utilizzo di una influencer molto attiva su Instagram fosse stato creato ad arte. Ma si è appurato che la presenza della blogger fosse solo una coincidenza. Il 10 marzo scorso la donna ha dato alla luce una bambina ed entrambe sono in buone condizioni.
Intanto le delegazioni ucraina e russa riprendono i negoziati questa mattina in video conferenza. Lo riporta il Kyiv Independent citando un membro della delegazione e leader del partito del presidente Zelensky in Parlamento sul canale Telegram del consigliere del ministro dell’interno Anton Gerashchenko.
“A coloro che all’estero hanno paura di essere trascinati nella terza guerra mondiale. L’Ucraina combatte con successo. Abbiamo bisogno di voi per aiutarci a combattere. Forniteci tutte le armi necessarie“. Lo scrive il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter. “Applicate più sanzioni alla Russia e isolatela completamente. Aiutate l’Ucraina a costringere Putin al fallimento e scongiurerete una guerra più grande“, chiede il ministro ucraino.
Nelle prossime ore è atteso a Roma il vertice Usa-Cina fra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Secondo alcune indiscrezioni non confermate l’incontro arriverebbe in concomitanza della richiesta da parte di assistenza militare da parte della Russia, inclusi droni, ed economica alla Cina.
Per Sullivan e Jiechi si tratta del primo incontro dallo scorso ottobre, il primo faccia a faccia quindi da quando è iniziata la guerra. Va evidenziato che la Cina non ha mai condannato apertamente l’attacco di Mosca in terra ucraina, così come dimostra l’astensione sulla risoluzione dell’Onu contro la Russia. Solo alcuni giorni fa il presidente cinese Xi Jinping ha però usato per la prima volta il termine ‘guerra’, tanto sgradito al suo alleato Vladimir Putin.