Anziché far entrare subito l'Ucraina nella Ue, ripetendo errori del passato, il segretario dem pensa ad una Confederazione
Il segretario del Partito democratico Enrico Letta propone di istituire una Confederazione europea. Lo fa con una lettera aperta al Corriere della Sera. L’idea di Letta è un organismo che permetta ai paesi candidati, tra cui l’Ucraina, di partecipare alla vita dell’Unione, senza però forzare il lungo percorso di ingresso, che richiede riforme profonde e adeguamenti difficili da realizzare in poco tempo, e per di più durante una guerra.
“È giusto aprire le porte all’Ucraina – spiega il leader dem – e ad altri Paesi dell’Est che hanno la stessa aspirazione di libertà e democrazia. È sbagliato sminuire la complessità di questo processo. L’ingresso è tutt’altro che semplice“. Per l’ex presidente del Consiglio sono “Molti i ritardi da colmare per adeguarsi agli standard richiesti, imponente l’impatto potenziale di un nuovo allargamento sull’assetto stesso dell’Ue“. Il segretario ricorda i processi di allargamento del passato, nei quali “si procedette senza visione“. Con un tira e molla che condusse al “risentimento negli uni, i nuovi arrivati, e la diffidenza degli altri, i vecchi membri. Le vicende successive di Ungheria, Polonia o del gruppo di Visegrad lo testimoniano“.
Letta sembra quindi raffreddare gli animi di quanti, come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, si sono affrettati a “incoraggiare senza indugi” l’aspirazione di Kiev di entrare al più presto nell’Unione. Tanto da aver già presentato le risposte al questionario, primo passo formale per ottenere lo status di paese candidato. La proposta del segretario del Pd quindi è: “Non commettiamo gli stessi sbagli. Creiamo subito una Confederazione europea, composta dai 27 Stati membri, dall’Ucraina e da Georgia e Moldavia, e poi da Nord Macedonia, Serbia, Montenegro, Albania, Bosnia e Kosovo“. Secondo Letta “Si otterrebbe un duplice risultato. L’Ucraina e gli altri Paesi in attesa potrebbero partecipare alla vita pubblica europea e avere soggettività in uno spazio politico e strategico comune. In parallelo proseguirebbe, senza forzature e con la tempistica opportuna, il percorso ordinato di adesione alla Ue“.
“La Confederazione europea – continua Letta – sarebbe il luogo del dialogo politico tra i 36 membri. Si concorderebbero scelte comuni. Si affinerebbe la capacità di definire insieme strategie globali, a partire dalla difesa della pace, dalla sicurezza, dalla promozione di un modello di sviluppo giusto e sostenibile e dalla lotta al cambiamento climatico. E si caricherebbe di forza, anche simbolica, l’unità del continente“.