Nel 58esimo giorno di conflitto la notizia più rilevante è quella relativa alla presa di Mariupol da parte dell’esercito russo avvenuta nella giornata di ieri. Il capo delle forze cecene, Ramzan Kadyrov, ha affermato che l’edificio amministrativo dell’acciaieria Azovstal e tutto il territorio adiacente all’impianto siderurgico è sotto il controllo russo. Tutto ciò mentre militari e civili della resistenza ucraina sono ancora nascosti nei sotterranei dell’acciaieria: l’obiettivo di Mosca è quello di aspettare che escano in quanto sono isolati e non hanno a disposizione un gran numero di derrate alimentari e acqua.
Nel nuovo video rivolto alla nazione il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, accusa la Russia di non aver accettato l’invito ad una tregua per la Pasqua ortodossa, che si celebrerà il prossimo 24 aprile. “Questo dimostra quanto i leader russi tengano in considerazione la fede cristiana e una delle feste più importanti e gioiose. Manteniamo comunque la nostra speranza che la vita vinca la morte“, ha dichiarato Zelensky.
Nel suo messaggio il premier ucraino ha avvertito la Russia che qualsiasi tentativo di annessione porterà a sanzioni che la lasceranno povera come lo era dopo la guerra civile nel 1917. “Voglio dire subito: non ci sarà nessuna ‘Repubblica popolare di Kherson’. Se qualcuno vuole una nuova annessione, può solo portare a nuove potenti sanzioni contro la Russia”, tanto che “renderà il suo Paese così povero come dopo la guerra civile del 1917. Quindi è meglio cercare la pace ora“.
Lo stesso presidente Zelensky, nel corso di un videocollegamento avvenuto ieri con ai vertici di Fmi e Banca mondiale, ha sottolineato che la ricostruzione del Paese costerà almeno 600 miliardi di dollari e che attualmente l’Ucraina avrebbe bisogno di circa 7 miliardi di dollari al mese per affrontare le “devastanti perdite economiche” inflitte dalla Russia. “L’esercito russo mira a distruggere tutto ciò che può servire da base economica per la vita degli ucraini. – asserisce il presidente ucraino – Ciò include stazioni ferroviarie, supermercati, petrolio, raffinerie“.
Questa mattina la vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk su Telegram ha annunciato che oggi in tutta l’Ucraina non ci saranno corridoi umanitari. Il motivo è che sui percorsi che dovrebbero effettuare i bus il pericolo è molto alto, quindi è stato deciso di non effettuare alcuno spostamento di civili.
Fino a 9mila residenti di Mariupol potrebbero essere sepolti in una fossa comune a Manhush, una cittadina a 20 chilometri a ovest della città portuale ucraina assediata dalle forze di occupazione russe. È quanto sostiene l’amministrazione locale di Mariupol, secondo cui le immagini satellitari della fossa comune pubblicate da Maxar, suggeriscono che lì potrebbero essere sepolte dalle 3mila alle 9mila persone. In totale, secondo le stime preliminari, fino a 22mila residenti di Mariupol potrebbero essere già stati uccisi dall’inizio dell’offensiva russa.
Nella notte un raid missilistico russo ha colpito e completamente distrutto la rete ferroviaria nella regione di Dnipro. Lo ha riferito il governatore Valentyn Reznichenko, citato dal Kiev Independent, secondo cui non è chiaro se e quando potrà riprendere la circolazione. Mentre nella provincia di Donetsk, la cui capitale dista circa 260 chilometri da Dnipro, le forze russe hanno occupato 42 villaggi. Lo ha comunicato Olena Symonenko, assistente del capo di Stato maggiore del presidente Volodymyr Zelensky, specificando che in questo modo sarà più difficile far pervenire in quelle zone aiuti umanitari.
Il sito di news filo-Cremlino Readovka ha messo in rete l’annuncio, fatto dal ministero della Difesa di Mosca, che in Ucraina risultano 13.414 soldati russi uccisi e altri 7mila dispersi: un’informazione che dopo è stata cancellata e tolta dal web. È quanto afferma il sito di opposizione bielorusso Nexta.tv, che trasmette dall’estero.