Nel giorno in cui riprendono i collo
Tra le notizie di maggior rilievo nel 34esimo giorno di conflitti spicca l’incontro tra la delegazione russa e quella ucraina in Turchia: era da oltre due settimane che i delegati dei due paesi in conflitto non si ritrovavano davanti ad un tavolo per proseguire le trattative.
Il nuovo round ha avuto inizio questa mattina al palazzo Dolmabahce di Istanbul, sotto l’attenta supervisione del premier turco Recep Tayyip Erdogan che poco prima di dare il via all’incontro ha dichiarato che “una pace giusta non avrà un perdente e la continuazione del conflitto non giova a nessuno“. Inoltre ha affermato che questo è il momento che “i negoziati portino ad un risultato concreto“, perché se fosse trovata un’intesa sarebbe un risultato positivo non solo per i due Paesi in guerra ma per tutta l’umanità.
L’Ucraina ha annunciato la ripresa delle evacuazioni di civili attraverso tre corridoi umanitari, anche dalla città assediata di Mariupol, dopo un giorno di sospensione a causa dei timori di “provocazioni” russe. “Tre corridoi umanitari sono stati approvati per oggi”, ha detto il vice primo ministro ucraino Iryna Verechtchuk in un video pubblicato su Telegram.
Intanto il conflitto prosegue e lo Stato Maggiore ucraino lancia gravi accuse contro Mosca accusando le forze russe di prendere di mira infrastrutture e aree residenziali, laddove è nascosta gran parte dei civili ancora presenti nel Paese. Ma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che gli ordini di attacco riguardano solo ed esclusivamente obiettivi militari.
Inoltre gli ucraini hanno denunciato che in alcuni insediamenti delle regioni di Kiev, Zaporizhia, Chernihiv, Kherson e Kharkiv, “gli occupanti russi continuano a terrorizzare la popolazione locale” con saccheggi e violenze.
Secondo fonti militari ucraine gli attacchi effettuati tra la notte scorsa e l’alba di oggi si sono concentrati principalmente sui siti di stoccaggio del petrolio: un raid missilistico ha colpito ieri sera un deposito di carburante nella regione di Rivne, nell’Ucraina nordoccidentale.
Nonostante la foga russa non si fermi le forze di Difesa ucraine hanno annunciato nella 34/a notte di guerra di avere rimandato indietro di 40-60 chilometri le truppe russe dirette a varie città ad est, sudest e nordest e di avere resistito ai bombardamenti. Le forze ucraine hanno respinto sette attacchi russi nelle ultime 24 ore distruggendo 12 carri armati e 10 veicoli da combattimento di Mosca. L’aviazione ucraina, inoltre, ha abbattuto 17 velivoli russi, inclusi otto aerei, tre elicotteri, quattro velivoli senza pilota e due missili da crociera.
In mattinata l’esercito russo è tornato ad attaccare la città si Mykolaiv, a poco più di 100 chilometri a est di Odessa. Lo riporta il servizio statale di emergenza ucraino, spiegando che i missili russi hanno colpito alle 8:30 (ora locale) il Palazzo della Regione, sede del governo dell’omonimo Oblast, di nove piani, “distruggendo” la sua parte centrale. L’attacco è avvenuto attorno alle 8.30 ora locale. Fortunatamente il governatore dell’Oblast, Vitaly Kim, è rimasto illeso.