Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Davide Paitoni, il 40enne arrestato il 2 gennaio scorso per aver ucciso il figlio di 7 anni e aver tentato di ammazzare la moglie, si è trincerato nel silenzio durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giuseppe Battarino. Lo ha comunicato l’avvocato Stefano Bruno, che ai giornalisti ha spiegato come il suo cliente “non fosse nelle condizioni di sostenere l’interrogatorio“.
“Gli ho consigliato di non rispondere perché non era in grado, essendo troppo provato” ha specificato il legale, che poi ha sottolineato come al momento non abbia ancora avuto modo di analizzare con il suo assistito quanto accaduto perché ha privilegiato seguire il lato umano della vicenda.
L’uomo è accusato di omicidio con le aggravanti di premeditazione e crudeltà, oltre che di tentato omicidio nei confronti della consorte. Nel pomeriggio il gip di Varese sarà chiamato ad esprimersi in merito alla conferma della custodia cautelare nei confronti dell’indagato. Sul delitto si segnala anche l’intervento del ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che ha chiesto all’ispettorato di svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari sul caso.
Quello che è chiaro al momento è che Paitoni dopo aver inferto una serie di fendenti al figlio, compreso quello letale alla gola, abbia confessato il delitto lasciando un biglietto sul corpo senza vita del piccolo Daniele. Nella missiva chiedeva perdono per aver commesso il gesto estremo e manifestava grande disprezzo nei confronti della moglie. Il cadavere era poi stato nascosto in un armadio all’interno dell’appartamento di Morazzone, nel Varesotto, nel quale risiede la famiglia.
Dopo la fuga aveva inoltre inviato un messaggio vocale al padre nel quale comunicava di aver fatto del male al bambino e chiedeva espressamente di non aprire l’armadio. L’uomo è poi stato fermato dai carabinieri a Viggiù.
Davide Paitoni era già noto alle forze dell’ordine: il 26 novembre 2021 aveva tentato di uccidere un collega con una coltellata alla schiena, motivo per cui si trovava agli arresti domiciliari. Inoltre secondo fonti attendibili già nel 2019 Silvia Gaggini, mamma di Daniele separata da due anni dal quarantenne, aveva presentato due denunce ai carabinieri di Azzate, in provincia di Varese, per maltrattamenti in famiglia.
Due giorni fa una madre ha gettato il figlio di due anni in mare facendolo annegare volutamente. Ennesimo infanticidio commesso da una donna, con le solite banali scuse di lei. Analizzate i reati solo se vengono commessi da uomini?
Gentile Sig. Luca, guardi che nella nostra redazione non si fa alcuna discriminazione né nei confronti di uomini e nemmeno di donne. La notizia di cui parla lei la abbiamo pubblicata (https://www.ilvaloreitaliano.it/dramma-a-torre-del-greco-bimbo-di-due-anni-muore-annegato-in-mare), e quando ne abbiamo parlato, poche ore dopo l’episodio, abbiamo specificato che gli inquirenti stavano cercando di far luce sulla vicenda per capire se la madre avesse o meno qualche responsabilità sulla caduta in mare del figlio. Il mestiere di un giornalista non è arrivare alle conclusioni per deduzioni o ipotesi personali, ma raccontare i fatti con oggettività. Nei giorni seguenti si è saputo che la madre ha volutamente fatto cadere il piccolo in mare, conclusione a cui si è arrivati grazie al lavoro degli inquirenti. Quindi la prego di analizzare notizia per notizia con attenzione e valutare i fatti valutando anche l’arco temporale in cui sono accaduti. Colgo l’occasione per ringraziarla del commento e augurarle buona giornata. Il direttore