Secondo una nuova indagine Eurobarometro, il 94% dei cittadini di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea concorda sul fatto che la protezione dell’ambiente è importante. Inoltre, il 91% dei cittadini ha dichiarato che i cambiamenti climatici costituiscono un problema grave nell’Ue, mentre per l’83% degli intervistati, la legislazione europea è necessaria per proteggere l’ambiente.
Dall’indagine Eurobarometro condotta tra il 6 e il 19 dicembre 2019, durante la quale sono sono state intervistate oltre 27mila persone di diversi gruppi sociali e demografici, emerge come cittadini dell’Ue vogliano che si faccia di più per proteggere l’ambiente e ritengano che la responsabilità sia condivisa, oltre che da loro stessi, anche dalle grandi imprese e dall’industria, dai governi nazionali e dall’UE. I cittadini intervistati ritengono che per affrontare più efficacemente i problemi ambientali occorra “cambiare i nostri modelli di consumo” e “cambiare il nostro modo di produrre e commercializzare i prodotti“.
Il commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius ha dichiarato:“I risultati di questa indagine non ci sorprendono. Sono esattamente le preoccupazioni dei cittadini che noi vogliamo affrontare con il Green Deal europeo. Mi rincuora constatare che esiste un sostegno a favore di quei cambiamenti fondamentali che ci apprestiamo ad apportare alla nostra società e alla nostra economia e che i cittadini intendono svolgere un ruolo attivo in questo cambiamento.”
Stando ai risultati dell’indagine i cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico e i rifiuti sono i tre problemi più gravi che riguardano l’ambiente. Più di tre quarti degli intervistati (78%) ritiene che le questioni ambientali abbiano ricadute dirette sulla loro vita di tutti i giorni e sulla loro salute. Più di otto cittadini su dieci sono preoccupati per l’impatto delle sostanze chimiche presenti in prodotti di uso quotidiano e riconoscono che potrebbero essere necessari dei cambiamenti radicali.
Gli intervistati esprimono un forte sostegno per le misure proposte volte a ridurre la quantità dei rifiuti di plastica e la loro dispersione nell’ambiente. I risultati indicano anche che i cittadini ritengono che i prodotti dovrebbero essere concepiti in modo da facilitare il riciclaggio di questo materiale; industriali e commercianti dovrebbero sforzarsi di ridurre gli imballaggi di plastica; si dovrebbero prevedere interventi educativi rivolti ai cittadini su come ridurre i loro rifiuti di plastica; le autorità locali, infine, dovrebbero mettere a disposizione strutture migliori per la raccolta di questo tipo di rifiuti e prevederne in numero più elevato.
L’indagine prende in esame anche gli atteggiamenti nei confronti dell’industria dell’abbigliamento, riscontrando forti preoccupazioni per le questioni ambientali e le condizioni di lavoro. Gli intervistati vorrebbero indumenti in grado di durare più a lungo e fabbricati con materiali riciclabili.
È infine emerso un sostegno a favore di altre misure, tra cui gli investimenti nella ricerca e sviluppo, una maggior attività di informazione e di educazione, un incoraggiamento alle imprese ad impegnarsi in attività sostenibili e un controllo legislativo più rigoroso.
A livello italiano il dato che fa maggiormente riflettere rispetto alla media europea riguarda le principali fonti di informazione in riferimento all’ambiente: in Italia il 73% degli intervistati privilegia i telegiornali, con una percentuale leggermente maggiore rispetto alla media Ue del 66%, mentre si registra meno interesse per le fonti provenienti da internet, al 25% rispetto al 38% dell’Ue, e dalla radio, al 12% rispetto a quasi il doppio della media europea (23%).
Un’altro dato importante riguarda le azioni da intraprendere per affrontare i problemi ambientali: se dobbiamo andare abbastanza fieri che il 60% dei connazionali abbia dichiarato di fare la raccolta differenziata per la maggior parte dei rifiuti prodotti (rispetto al 66% della media Ue), c’è ancora molto da lavorare per quanto riguarda l’aver evitato l’acquisto di oggetti di plastica monouso (37% in Italia contro il 45% dell’Ue) o di prodotti con imballaggi eccessivi (20% in Italia contro il 31% idell’Ue) e l’acquisto di prodotti locali (in Italia al 31% contro il 37% dell’Ue).
Inoltre gli italiani tendono meno rispetto alla media europea a voler riparare un oggetto invece che sostituirlo (21% Italia, 32% Ue), a scegliere modi più ecologici per viaggiare (a piedi, bicicletta, mezzi pubblici, auto elettriche, etc. – 19% Italia, 27% Ue), acquistare prodotti di seconda mano (9% Italia, 21% Ue) , usare l’auto il meno possibile (12% Italia, 21% Ue), acquistare prodotti contrassegnati da un’etichetta ecologica (13% Italia, 22% Ue) e introdurre nella propria dieta alimenti sostenibili (9% Italia, 19% Ue).
Unica nota positiva per gli italiani è aver la maggior percentuale di partecipazione ad un’attività, manifestazione o laboratorio dedicato alla salvaguardia dell’ambiente, come ad esempio la pulizia di una spiaggia o di un parco (9% Italia, 7% Ue)
Carlo Saccomando