Da ieri 4 novembre gli Stati Uniti hanno potuto cominciare a formalizzare la “ritirata” dall’accordo di Parigi sul clima, pur non essendoci ancora una comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione americana. Sotto il governo Obama l’intesa era stata firmata nel 2015 con quasi 200 Paesi, ma il presidente Trump già in campagna elettorale aveva annunciato di non essere d’accordo sulla riduzione di emissione di gas serra a partire dall’anno 2020, come previsto da Parigi, per le gravi conseguenze, a suo dire, che si sarebbero verificate in ambito economico. Il presidente americano ha però dovuto aspettare tre anni per poter iniziare il ritiro formale, perché al momento della firma una delle clausole prevedeva che nessun Paese potesse tirarsi indietro prima di un triennio. In ogni caso, per ufficializzare il ritiro è necessario un anno, slittando il tutto al post elezioni presidenziali del 3 novembre 2020. Allora potrebbe anche accadere che un eventuale nuovo presidente degli Stati Uniti decidesse, al contrario, di rimanere nell’accordo di Parigi sul clima. Al momento, però, il dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che la posizione degli Usa in merito al ritiro dall’accordo di Parigi resta invariata.
Simona Cocola