• 24 Novembre 2024
  • DAL MONDO

Trump posticipa di sei mesi i dazi su auto europee e giapponesi

WASHINGTON. Donald Trump “posticipa” i dazi sulle auto europee e giapponesi di 180 giorni, ovvero sei mesi, e ordina il proseguire delle trattative con l’Ue e il Giappone. Lo ha annunciato la Casa Bianca. Spiega il presidente: “Il rapporto inviatomi dal segretario al Commercio mette in evidenza che la ricerca e lo sviluppo nell’industria automobilistica americana è vitale per la sicurezza nazionale. Ma l’aumento delle importazioni di auto e di componenti, insieme ad altre circostanza, hanno negli ultimi 30 anni concesso agli stranieri un vantaggio competitivo rispetto ai produttori americani”.

La quota delle case automobilistiche americane sul mercato statunitense è scesa, passando dal 67% del 1985 al 22% del 2017. “Durante questo periodo il volume delle importazioni è quasi raddoppiato da 4,6 milioni di unità a 8,3 milioni di unità. Nel 2017 gli Stati Uniti hanno importato auto per oltre 191 miliardi di dollari di valore – aggiunge il presidente americano -. Una delle circostanze che esacerbano gli effetti di queste importazioni sono mercati stranieri come quello dell’Unione Europea e del Giappone, che impongono significative barriere all’import dell’industria industria automobilistica dagli Stati Uniti”.

Commenti positivi dall’Europa, a partire dal ministro tedesco dell’Economia Peter Altmaier, secondo cui la decisione odierna della Casa Bianca “è anche il risultato di un’azione risoluta e congiunta da parte dell’UE e degli Stati membri. Accogliamo pertanto con favore il fatto che il governo degli Stati Uniti non abbia imposto oggi nuovi dazi sulle importazioni di veicoli a motore dall’Europa. È un segnale importante per l’economia tedesca ed europea che per il momento potrebbe impedire una nuova escalation del conflitto commerciale”.

“Il nostro obiettivo è e rimane – puntualizza Altmaier – mantenere mercati aperti, concorrenza leale e libero scambio anche nel settore automobilistico. Come Ue siamo pronti a concludere un accordo tariffario industriale con gli Stati Uniti, portando a zero le tariffe su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

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