TORINO. Il misterioso telo di lino che la tradizione vuole abbia avvolto il corpo di Cristo, la reliquia più preziosa della cristianità, torna a fare parlare di sé. Alcune tracce di possibili bizantine sono state infatti rilevate sulla Sacra Sindone. La nuova ricerca, effettuata dai ricercatori dell’Università di Padova, ipotizza la possibilità che, anche prima dell’anno 1000, varie monete auree bizantine in lega di Elettro, raffiguranti il volto di Cristo siano state strofinate con la Sindone con il fine di produrre reliquie per contatto. Questo proverebbe che la reliquia è di età inferiore a quella stabilita nel 1988 mediante i test internazionali effettuati in tre laboratori su indicazione del Vaticano e dell’allora cardinale Ballestrero, arcivescovo di Torino, la città dei Savoia a cui è affidata la conservazione nel Duomo. Il lavoro dei ricercatori dell’Università di Padova e statunitensi è stato pubblicato sul Journal of Cultural Heritage, e presentato alla Conferenza sulla Sindone in Canada.
La ricerca condotta a Padova da Giulio Fanti e Claudio Furlan ha individuato infatti la presenza di Elettro, un’antica lega di oro e argento con tracce di rame, frequente in epoche passate, poi gradualmente ridottasi e infine completamente scomparsa dalla circolazione dalla fine del 1400 con l’arrivo dell’oro americano. Per Giulio Fanti la scoperta contraddirebbe il risultato della radiodatazione al Carbonio-14, eseguita nel 1988, che ha datato la Sindone intorno al XIV secolo.