Roma. Si è aperta oggi nella capitale la rassegna dedicata ai campioni dell’arte italiana. Nella splendida ed attraente cornice della sede dell’ Accademia dei Lincei, ha preso il via l’attesa mostra dal titolo “Il Trittico del Centenario” dedicata a Leonardo, Raffaello e Dante. La mostra curata da Roberto Antonelli, Virginia Lapenta, Guicciardo Sassoli de’Bianchi Strozzi Roma è ospitata a Villa Farnesina sino al 13 gennaio 2022
Alla cerimonia è intervenuto anche il Ministro della cultura Dario Franceschini che ha detto “Le celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante sono diventate un momento di orgoglio nazionale e si incrociano con la voglia che ha il Paese di ripartire, di uscire dalla pandemia, di riavvicinarsi alla cultura, di avere l’Italia come l’abbiamo conosciuta nel tempo”.
Il programma di iniziative realizzato dall’Accademia dei Lincei, che si affianca a quelle organizzate dal Comitato di Dante, è straordinario. La mostra che è stata inaugurata oggi ha sottolineato il Ministro “ è affascinante perché ci permette di andare a riscoprire e a rivedere cosa è avvenuto un secolo fa nel corso delle celebrazioni di Leonardo, Raffaello e Dante nel 1919, nel 1920 e nel 1921. La pandemia – ha rimarcato Franceschini – è stata un momento di rottura: siamo all’inizio di un periodo nuovo e nessuno di noi sa se quello che abbiamo alle spalle si chiuderà con una parentesi e tutto tornerà come prima o viceversa, come è avvenuto per le guerre, lascerà cambiamenti profondi.
Sicuramente lascia in tutti una grande voglia di ripartire e questa mostra entra appieno in questo clima di ripartenza.
Le sezioni della Mostra
La mostra si apre con i bozzetti dei quattro episodi della storia-omaggio a Raffaello “Zio Paperone e la pietra dell’oltreblù” della Panini Comics (Bruno Enna – sceneggiatore della storia e Alessandro Perina – disegnatore) in collaborazione con l’Accademia Nazionale dei Lincei per narrare la storia degli affreschi raffaelleschi, commissionati all’Urbinate dal banchiere senese Agostino Chigi, proprietario della Villa, denominata Villa Paperina. L’esposizione è stata ideata per il centenario di Raffaello del 2020 nell’ambito della mostra dedicata a Raffaello dal titolo Raffaello in Villa Farnesina: Galatea e Psiche, a cui seguirà la mostra Raffaello e l’antico nella Villa di Agostino Chigi, posticipata al 2023 (30 marzo 2023-3 luglio 2023) a causa della pandemia. Una serie di didascalie poste accanto alle tavole danno ragione di tutti gli elementi e le persone che vengono omaggiati nei quattro episodi.
La prima sezione è dedicata al quarto centenario della morte di Leonardo: si inseriva in un periodo che da una parte vedeva appena conclusa la Prima guerra mondiale, dall’altra il fiorire delle avanguardie. La guerra era arrivata nelle case di tutti per le innumerevoli notizie di morte anche attraverso i giornali. Allo stesso tempo aleggiava la fiducia nella tecnologia e nelle scoperte e la voglia di cambiamento. Leonardo, dunque, con le sue innumerevoli invenzioni, i suoi studi sul corpo umano era l’ispirazione perfetta per l’industria e per l’arte. Non mancavano perciò nelle pubblicazioni del centenario i richiami alle grandi ‘invenzioni’ delle quali il genio vinciano era ritenuto precursore, come gli aerei, che nel corso degli anni Venti divengono il soggetto di una tematica pittorica specifica del Futurismo, con l’Aeropittura. Un posto particolare lo occuparono i disegni dei monumenti equestri di Leonardo, ripresi dagli artisti per illustrare le scene della Grande Guerra. Per gli studi anatomici, affrontati da innumerevoli artisti nel corso dei secoli, si espone in questa sezione anche un’opera di Anselmo Bucci, pittore poliedrico che proprio nel primo dopoguerra, in concomitanza del centenario di Leonardo, volle accostarsi alla corporeità degli studi vinciani.
La seconda sezione, quella dedicata a Raffaello, accosta, tra l’altro, alla lettura popolare del Sanzio, come le cartoline Liebig e gli articoli sui suoi amori, o l’uso delle sue creazioni per pubblicità di sigarette o di prodotti per l’infanzia, una serie di opere di artisti che fino a pochi anni prima volevano sconvolgere ogni canone classico nell’arte, ma che iniziavano a riprendere l’arte rinascimentale: Raffaello divenne fonte di suggestioni per gli artisti che cercavano nel Classico la fonte figurativa e culturale dalla quale rifondare la propria estetica a cavallo della Grande Guerra. De Chirico, Severini, i futuri novecentisti Achille Funi e Mario Sironi, fra gli altri, ripresero a studiare Raffaello, chi prima, chi in concomitanza del 1920, anno in cui l’Urbinate era divenuto di moda per le celebrazioni a lui dedicate. Nello stesso anno, in particolare, l’iconologia della Vergine col Bambino divenne drammaticamente attuale in tutta Europa per le famiglie che avevano da poco perso al fronte i mariti, che lasciavano moglie e bambini, divenute figure da proteggere e sulle quali ricostruire il futuro. I risultati di questa ripresa “da Raffaello” si manifestano anche a livello massmediatico sulle copertine di riviste, di giornali e cartoline che delinearono il nuovo gusto dell’epoca, con riprese anche dagli affreschi di Villa Farnesina.
La terza sezione, dedicata ai 600 anni dalla morte di Dante, illustra attraverso copertine di libri e di riviste, ma anche opere e disegni di artisti contemporanei quali Adolfo Wildt o Carlo Carrà, come il Poeta venne celebrato quale supremo emblema dell’identità italiana e come vate della grandezza nazionale. Si voleva festeggiare nel nome di Dante l’Italia uscita vittoriosa dalla guerra e le cerimonie si svolsero in un clima fortemente nazionalistico, cui si sottrasse però Benedetto Croce, Ministro della Pubblica Istruzione, autore dell’opera più importante uscita nel centenario. L’occasione fu utilizzata strumentalmente anche dal movimento fascista, con molteplici ricadute anche sul piano editoriale. Dal punto di vista artistico il centenario dantesco si svolse nel clima estetico in pieno subbuglio del primo dopoguerra: coesistevano infatti le ultime memorie dell’esperienza Liberty, che aveva dominato buona parte del gusto in Italia e in Europa dalla fine dell’800 alla Grande Guerra, le ricerche dell’avanguardia e quelle espressioniste e primitiviste e di recupero dell’antico, anche di stampo trecentesco. La serie di cartoline esposte, disegnate da Ezio Anichini e Virgilio Faini in vista del centenario dantesco, sono fra gli esempi di quanto il messaggio estetico legato alle celebrazioni potesse raggiungere ogni casa. La prima edizione (1921) di La poesia di Dante di Benedetto Croce ricorda il carattere radicalmente innovativo ed eversivo dello studio crociano, che divenne il polo di riferimento fondamentale per tutta la critica dantesca successiva, fino ai giorni nostri.
Una sezione a parte, nella Sala Massari, è dedicata al recupero dei modelli antichi romani e rinascimentali ripresi nell’architettura moderna degli anni Venti, così come nei progetti delle “Periferie urbane” di Mario Sironi: un’atmosfera culturale ben visibile anche nei centenari di Dante e Raffaello presentati nella mostra e nel restauro di Villa Farnesina operato dall’ ing. Giovanni Massari, presentato nella penultima sala (Villa Farnesina 1927-1944. Mostra del Restauro del 1940). Sono esposti anche i disegni per le riviste, progettate da Fortunato Depero, Gino Severini e Marcello Nizzoli, autentici proto-designer che preannunciano nella grafica i messaggi pubblicitari e il “modo italiano” o “made in Italy” che verrà sviluppato negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.