• 28 Dicembre 2024
  • ATTUALITA'

Tredici anni e due mesi per Mimmo Lucano

Pesante condanna per Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, finito sul banco degli imputati per la gestione dei progetti di accoglienza. Lucano era accusato di associazione a delinquere, truffa, concussione, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Tredici anni e due mesi di reclusione per Mimmo Lucano. E’ la condanna inflitta Tribunale di Locri all’ex sindaco di Riace (Rc),  al termine del processo “Xenia”. Il pubblico ministero di Locri, Michele Permunian, nel corso della sua requisitoria ha definito l’ex sindaco a Riace una sorta di dittatore che con il pretesto dell’accoglienza creava sistemi clientelari.

Lucano secondo l’accusa avrebbe agiva per il suo solo tornaconto “Contava voti e persone, allontanando chi non garantiva sostegno” ha dichiarato Permunian.

Mimmo Lucano ai domiciliari dal 2018

Già dall’ottobre del 2017 Lucano era iscritto nel registro degli indagati. Il due ottobre 2018 era finito ai domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Locri. L’accusa era di presunte irregolarità nella gestione del sistema d’accoglienza dei migranti. In conseguenza dell’arresto la prefettura di Reggio Calabria aveva disposto la sospensione della carica di sindaco. Il gip di REggio Calabria aveva disposto anche il divieto di dimore per la sua compagna, Tesfahun Lemlem.

Le indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, sono iniziate in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.

Espedienti di Lucano emersi dalle intercettazioni

Lucano e la sua compagna avrebbero architettato degli espedienti volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia. Dalle intercettazioni dei finanzieri, si è scoperto Lucano ha organizzato il matrimonio di una cittadina straniera che per tre volte non aveva ottenuto il permesso di soggiorno.

La Guardia di Finanza avrebbe scoperto l’affidamento diretto “fraudolento”, del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti senza gare di appalto. Il sindaco avrebbe favorito due cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”, che secondo l’accusa, il sindaco avrebbe favorito. Le due coop non avrebbero avuto i requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, perchè non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore.

Mimmo Lucano ha tentato inutilmente di far ottenere l’iscrizione alle cooperative, poi avrebbe istituito un albo comunale delle cooperative sociali cui poter affidare direttamente lo svolgimento di servizi pubblici.

Per quanto riguarda la gestione di denaro pubblico per l’accoglienza dei migranti, il Gip, ha giudicato una gestione torbida da parte del Comune di Riace e dei vari enti, accusandoli di “estrema superficialità” e “diffuso malcostume”.

Tags

Valentina Roselli

Laureata in Scienze Politiche, giornalista, ha iniziato come cronista per importanti testate nazionali e locali, ha collaborato con alcuni periodici di attualità occupandosi di politica ed è stata direttrice editoriale del quotidiano "Notizie Nazionali". Negli ultimi anni ha lavorato come ghostwriter e ha collaborato ad inchieste giornalistiche di attualità per radio e tv online.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati