TORINO. Sei persone sono state denunciate dai carabinieri forestali del Piemonte, che hanno sgominato un’organizzazione impegnata nel traffico illecito di cuccioli di bulldog francese. I cani, privi di vaccinazione e destinati a essere venduti a cifre più alte rispetto dell’acquisto in Piemonte e Lombardia, provengono dell’est Europa, principalmente da Slovenia e Ungheria. L’inchiesta è iniziata nel marzo scorso, a seguito di una denuncia in cui si segnalava la morte di un bulldog francese, avvenuta tra atroci sofferenze il giorno successivo all’acquisto su Internet per 600 euro. Dagli accertamenti è emerso che il cucciolo non aveva il microchip identificativo, e i documenti che lo accompagnavano erano fasulli.
Casi simili al traffico illecito di cuccioli di bulldog francese sono stati scoperti dai carabinieri, dando il via a una serie di perquisizioni a Torino, Caluso, e Mombercelli, dove gli investigatori hanno trovato 12 cuccioli insieme con timbri e documentazioni false. Il traffico illegale di animali, secondo Coldiretti, si aggira attorno ai 300 milioni di euro l’anno, e le vittime dei trafficanti, cani e gatti, sono oltre 400mila. «Si tratta di uno dei fenomeni malavitosi a maggior impatto sociale visto che una casa italiana su tre (32%) ospita uno o più animali da compagnia, per un totale di oltre 14 milioni di cani e i gatti di tutte le razze, tagli ed età», spiega Coldiretti.
Spesso questi animali sono trasportati in contenitori, e vengono pressati per essere nascosti, stipati in ambienti chiusi per lunghi tragitti su furgoni e camion. Un trattamento che aumenta anche del 50% il rischio di morte. L’ultimo Rapporto Agromafie evidenzia che tale commercio talvolta si realizza anche con la complicità di alcuni allevatori e negozianti italiani, i quali “riciclano” nel mercato legale animali di provenienza illegale. «Quelli che arrivano con la tratta clandestina – sottolinea Coldiretti – sono di solito cuccioli di poche settimane, quasi sempre non svezzati, e senza microchip d’identificazione richiesto dalla legge. Esemplari spesso imbottiti di farmaci per farli apparire in buona salute, introdotti in Italia con documentazione contraffatta che riporta anche trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti».