È ormai un dato di fatto che l’aspettativa di vita sia aumentata e secondo i dati Istat risulta che gli uomini con livello di istruzione alto contino gli 82,3 anni, mentre i meno istruiti siano a 79,2 anni. Invece per le donne si passa rispettivamente a 86 e a 84,5 anni. Non si può dire però che sia cresciuta anche la qualità di quegli anni in più (o comunque non per tutti): ad esempio a causa dell’incremento delle malattie reumatiche, tipiche di chi ha già visto molte primavere e che compromettono il benessere psicofisico degli anziani.
I dati dicono anche che 1 paziente su 5 affetto da polimialgia reumatica sviluppa un overlap, una sovrapposizione, con l’arterite gigantocellulare, una malattia che richiede una diagnosi precoce ed un trattamento molto tempestivo con cortisonici. Non conosciamo la causa dell’arterite gigantocellulare, ma consiste in una vasculite, ossia in un’infiammazione delle arterie di grosso calibro, che può avere un’evoluzione piuttosto veloce. Può portare nell’arco di pochi giorni a un’occlusione dell’arteria colpita, causando ictus, o può far sopravvenire una cecità causata dal danno a carico dei vasi dell’occhio. Tra i sintomi vi sono: una cefalea di fortissima intensità, febbre, stanchezza, inappetenza e calo di peso.
Tra le malattie degli anziani si assiste ad un ritorno della gotta (già nota al tempo degli Egizi e che fino a poco tempo sembrava assestata su numeri contenuti): una forma di artropatia metabolica cronica, che oggi colpisce 15 uomini e 4 donne ogni mille abitanti. Pare che questa patologia, negli ultimi decenni, sia anche dovuta ai cambiamenti delle abitudini alimentari, caratterizzate da un maggior apporto calorico. Inoltre, ciò che alimenta la maggior frequenza della gotta è l’aumento dei casi di iperuricemia, dovuta ad un’elevata presenza di acido urico nel sangue, causata anch’essa da un’alimentazione poco equilibrata. Anche di iperuricemia ne sono più affetti gli uomini che le donne. Essa può portare alla calcolosi e ad un’insufficienza renale ed a complicazioni cardiovascolari. Voglio, dunque, ribadire l’importanza della diagnosi precoce e del passaggio ad abitudini alimentari più sane. La nostra dieta mediterranea è quella che si è rivelata migliore per contrastare molti delle problematiche dell’età avanzata.
Sono in aumento anche altre malattie come le osteoartrosi, ossia i processi degenerativi a carico delle cartilagini e delle strutture articolari legate perlopiù all’avanzare dell’età: quella del ginocchio, per esempio, interessa il 44% delle donne ed il 31% degli uomini, mentre quella dell’anca si verifica a 600 donne e 400 uomini su centomila abitanti. Ancora oggi, una delle confusioni più frequenti è quella tra artrosi e artriti: l’artrosi è un processo degenerativo di cartilagini e strutture articolari; di questa è molto importante la prevenzione e quindi il controllo del peso, il movimento regolare e l’abolizione del fumo. Mentre l’artrite è un’infiammazione, che molto spesso si associa a malattie sistemiche, cioè di tutto l’organismo (possono essere immunomediate come l’artrite reumatoide o metaboliche, o come l’artrite gottosa) e, oggi, possono essere tenute sotto controllo grazie ad appositi farmaci di nuova generazione.
Inoltre, con l’avanzare dell’età si presenta anche l’osteoporosi, che interessa il 10% della popolazione generale: di cui il 30% è una donna nel post menopausa e per gli uomini si parla di 1 colpito su 8. Come per le artrosi è molto importante fare prevenzione, oltre che intraprendere una cura adeguata. Fare una costante e moderata attività fisica, come camminare per esempio, adottare uno stile alimentare equilibrato e ricco di minerali che possano aiutare le articolazioni ed abbandonare comportamenti scorretti come il fumo, sono accorgimenti che aiutano le ossa a rimanere in buona salute per più tempo.