La categoria degli ambulanti extralimentari ieri a Torino hanno sfilato con i loro furgoni partendo dall’Allianz Stadium per arrivare in Piazza Vittorio Veneto, per chiedere giustizia e di poter lavorare. Ad intervenire sulla questione anche Giancarlo Nardozzi, sindacato Goia, che spiega, facendo notare come anche i ristori siano inadeguati: “Dietro ad ogni attività ci sono persone e famiglie. Le istituzioni devono garantirci un adeguato sostegno economico, altrimenti non ci resterà altro che l’abusivismo o il commercio itinerante“.
Gli ambulanti sono al collasso, letteralmente alla fame, e si dicono pronti ad aprire ad ogni costo. Ieri in piazza a Torino vi era anche Davide, il ragazzo che già nel corso del primo lockdown avevamo avuto il piacere di intervistare, che ci ha rilasciato la sua preziosa testimonianza su questa nuova iniziativa. Eccovi l’interessante intervista che ne é emersa.
Davide puoi spiegarci lo scopo di questa iniziativa che ha visto riuniti tutti gli ambulanti extralimentari che con i loro furgoni sono scesi in piazza, cosa si spera di ottenere da questa manifestazione?
La manifestazione di ieri è stata indetta in primo luogo per richiedere la riapertura delle nostre attività. Più della congiuntura economica sono state queste chiusure scriteriate a mettere in seria difficoltà le migliaia di aziende scese in piazza ieri e che scenderanno in piazza nei prossimi giorni.
La situazione a distanza di un anno ci pare la medesima, chi vende extralimentari al chiuso può farlo, voi all’aperto no, sono diminuiti i contagi?
Dico scriteriate, infatti, proprio perché tutto ciò non ha portato ad un contenimento dei contagi. Abbiamo giustamente accettato il primo lockdown di un anno fa, data la drammaticità della situazione, ma già a novembre siamo stati obbligati a chiudere, mentre chi vendeva i nostri articoli al chiuso ha potuto continuare ad operare come nulla fosse.
Già allora ciò che trovai davvero incomprensibile era il perché dovessimo chiudere pur avendo dimostrato, tra maggio e giugno, di poter operare in sicurezza garantendo distanze di sicurezza tra gli operatori all’interno dei mercati ed il contingentamento degli ingressi.
Ma d’altronde siamo in zona rossa, il vostro sacrificio serve, sono tutti a casa no?
Guarda lascia perdere Erica, é proprio questo che fa ancora più rabbia, in questi giorni ci sono parchi pubblici presi d’assalto, persone a spasso tutto il giorno, corsie dei supermercati assiepate di gente, per non parlare dall’annoso e sempre trascurato problema del trasporto pubblico e dei piccoli uffici che non applicano protocolli di sicurezza né smart working, ci sembra veramente una presa in giro.
Però avete avuto i ristori, che hanno permesso un pò di respiro o no?
Ad aggravare il quadro già fosco c’è la questione ristori; sono previsti qualora il calo di fatturato superi il 30 % nella misura di un dodicesimo del calo di fatturato stesso. Per farla breve: se Tizio anziché fatturare 100 ha fatturato 70 , avrà diritto a 2,5 di ristoro. Inutile dire che queste misure son risibili per chiunque venda merci, che vanno acquistate e pagate in anticipo.
Inoltre gli attuali ristori previsti vanno a coprire l’anno 2020, nulla ancora è previsto per le chiusure forzate a gennaio e marzo di quest’anno.
Cosa ti/vi aspettate dal nuovo Governo, cambierà qualcosa rispetto alla gestione di Conte?
Quello che mi auguro è che si elimini una buona volta la distinzione tra attività essenziali e non, almeno laddove non sia evidente un rischio epidemiologico che è minimo nel caso del commercio all’aperto (fermo restando la responsabilità di ognuno nel distanziamento sociale e utilizzo di mascherina e gel igienizzante).
Stare chiusi a singhiozzo per 5-6 mesi in un anno minerebbe la stabilità economica e psico-fisica di chiunque ed oltretutto non ci consente di pianificare le nostre attività (gli ordini vanno pianificati con mesi di anticipo, come fare se non son sicuro di aprire la prossima settimana?).
Avete maggiori speranze che le vostre istanze vengano ascoltate oggi rispetto a novembre?
Mi aspetto che questa volta le nostre richieste non vengano ignorate come accaduto a novembre. Su questo sono ottimista perché oltre all’appoggio del comune di Torino (in primis la sindaca Appendino) anche in sede regionale c’è chi si sta spendendo per la nostra causa ( il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e l’assessore Marrone); inoltre ieri l‘on. Jessica Costanzo ha presentato un’interrogazione parlamentare per richiedere la nostra riapertura. Mi auguro che si riesca ad uscire da questa situazione da qui al 7 aprile, altrimenti torneremo alla normalità ed al nostro lavoro, dal momento che siamo una Repubblica fondata sul lavoro e non sul virus, come ha sottolineato ieri il titolare di un negozio di tappeti presente alla manifestazione. Ci tengo a sottolineare che la manifestazione era del tutto apolitica e apartitica e siamo dovuti scendere in piazza anche per la cronica mancanza di rappresentatività da parte di altre sigle sindacali.
Grazie infinite Davide per la tua preziosa testimonianza e speriamo davvero il mercato torni ‘aperto per tutti’ dal 7 aprile in poi, anche perché detto da chi frequenta quotidianamente il mercato fa davvero tristezza vederlo ‘ a metà’, non é più lo stesso.
Grazie a te Erica per l’attenzione che hai nuovamente posto al problema degli ambulanti dei banchi extralimentari, te ne siamo grati, e grazie a ‘Il Valore Italiano ‘ che tiene alta l’attenzione sui temi di carattere sociale. Speriamo davvero in un ritorno graduale alla normalità, dopo un anno di ‘tira e molla’ crediamo di averne il diritto. Chiediamo solo di poter tornare a lavorare in sicurezza, e sinceramente il mercato all’aperto ci pare molto più sicuro di un supermercato al chiuso. Grazie ancora.