Era il 16 luglio 1969 quando Apollo 11, la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin il 20 luglio 1969, fu lanciata da un razzo Saturn V dal Kennedy Space Center. Il 16 luglio del 1969 a Cape Canaveral, una voce portò a termine il count down per il lancio: si trattava della voce del lucano Rocco Petrone, figlio di emigrati da Sasso di Castalda, provincia di Potenza. “Go” fu il termine che pronunciò per dare il via alla missione. In suo ricordo Matera Capitale europea della Cultura 2019, ha organizzato “Matera vista dalla Luna”, in collaborazione con il Polo museale della Basilicata e il Comune. A partire dal 16 luglio, e fino al 24, ci saranno spettacoli, presentazioni di libri, proiezioni di film, allestimenti sul tema della luna, e grandi appuntamenti musicali alla Cava del Sole.
Un altro italiano, il “quasi” 90enne Tito Stagno, raccontò lo sbarco sulla Luna: «Facile, anche se indubbiamente faticoso. Tutto sommato, a oggi, posso confessarlo con tutto quello che ho fatto nella mia carriera, anche se siamo stati oltre venticinque ore in diretta», ha raccontato all’agenzia Ansa. Quello fu il momento che il bianco e nero della televisione lo consacrò agli spettatori. Il giornalista Rai commentò per 30 milioni di italiani, dallo studio 3 di Via Teulada a Roma, insieme con Andrea Barbato, (inviato da Huston in collegamento dalla sala stampa Ruggero Orlando), l’allunaggio. Una maratona tv diventata storica: «Quel giorno faceva caldo a Roma – ha ricorda Stagno –, e io e Andrea Barbato entrammo in studio alle due, cinque ore prima della trasmissione che sarebbe iniziata alle 19. Tutti i tecnici in camice bianco, perché al tempo era tutto molto professionale non volava una mosca a Via Teulada». In italia ci fu un doppio applauso in studio per l’atterraggio, dal momento che, parlando per circa dieci minuti al buio, ha dichiarato il giornalista, sembrava che gli astronauti avessero toccato, ma, in realtà, Stagno si riferiva alle antenne con cui si saggiava il suolo lunare per valutarne la pendenza. Il tutto diede vita a un battibecco con Ruggero Orlando, che fece perdere l’annuncio di Armstrong “Houston, qui base Tranquillità, l’Aquila è atterrata”. Qualche secondo dopo il Lem spense i motori.
Tito Stagno ha rivelato che a quei tempi non venivano fatte riprese in diretta, e da Roma non si vedeva nulla. «La preparazione è fondamentale, e io di quella missione sapevo tutto: ero stato a Houston già nel 1966, e in precedenza mi ero occupato del lancio dello Sputnik nel 1957, poi delle missioni di Gagarin e la prima donna (Valentina Terekhova) nello spazio, così come la prima passeggiata spaziale di Alexey Leonov. Insomma, nessuno aveva presente la questione più di me a Roma sull’argomento». Questa fu la motivazione per cui la Rai puntò su di lui per la diretta più lunga della televisione: «Occorreva improvvisare, rischiare: come accadde in occasione del volo della Gemini 10, che doveva agganciare il satellite Agena: era il primo docking spaziale. Prima dello sbarco e della diretta fui mandato a fare una sorta di full immersion preparatoria in America, a visitare i posti dove si costruiva il futuro voluto da John Kennedy. Visitai Cape Kennedy e poi Houston», ha detto.
Simona Cocola