Sono durati quasi un’ora e mezza i colloqui in Turchia tra il ministro dell’Estero russo, Serghei Lavrov, e il suo corrispettivo ucraino, Dmytro Kuleba. Chi si aspettava una svolta positiva delle trattative per quello che a livello diplomatico può considerarsi l’evento più importante dall’inizio del conflitto è rimasto deluso.
Al termine dell’incontro, avvenuto in presenza del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu che ha parlato separatamente con entrambi i colleghi, ad informare i media sullo stallo delle trattative ci ha pensato il ministro Kuleba che ha dichiarato: “Non abbiamo fatto progressi sul cessate il fuoco nonostante io abbia fatto del mio meglio per trovare una soluzione diplomatica“.
Il ministro ucraino ha inoltre fatto sapere che è stata affrontata anche la questione del cessate il fuoco di 24 ore per ragioni umanitarie, ma anche in questo senso non è stato fatto alcun progresso perché, ha fatto intuire, che Lavrov non avrebbe il potere per trattare su questa richiesta in quanto “sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia“.
Strettamente correlata alla questione dei corridoi umanitari, oltre a quella della violazione del cessate il fuoco avvenuta ieri, ha lanciato un allarme definendo “tragica” la situazione a Mariupol, città in cui è avvenuto il tragico bombardamento a un ospedale pediatrico. Infine il ministro degli Esteri ucraino ha espresso la propria disponibilità a incontrare nuovamente Lavrov, ma solo se “ci saranno prospettive concrete“.
Al termine dell’incontro ad Antalya il ministro degli Esteri russo ha ribadito la disponibilità della Russia a trovare una soluzione per i problemi, ma ha sottolineato che dopo l’incontro odierno è arrivata l’ennesima conferma che in questo momento non ci sono alternative per giungere ad un accordo soddisfacente per il governo russo.
Dalle dichiarazioni di Lavrov si evince inoltre la volontà a continuare il conflitto nonostante le numerose vittime tra i civili: ai media russi ha raccontato che l’operazione speciale in Ucraina “sta andando secondo i piani” e lanciato un allarme che giustificherebbe gli attacchi e condannerebbe la politica adottata dai paesi dell’Occidente: “le armi (pericolose) fornite dall’Occidente all’Ucraina potrebbero spargersi attraverso l’Europa“. Inoltre ha ribadito una delle condizioni imprescindibili per trovare un accordo ovvero la volontà ferrea che “l’Ucraina sia neutrale“.
Lavrov ad una domanda specifica sul bombardamento di ieri all’ospedale pediatrico di Mariupol non ha fatto trasparire alcun senso di rimorso e ha giustificato l’attacco in quanto per i servizi di intelligence russi era usato come base del battaglione Azov.
Il ministro degli Esteri ha escluso il possibile inizio di una guerra nucleare e ha aperto alla possibilità di un incontro tra il premier russo e quello ucraino, anche se va preparato in maniera accurata. “Il presidente Putin non ha mai negato contatti“, ma il governo ucraino “continua a sostituire il vero problema con effetti speciali. Ci sono tante iniziative del governo ucraino ma sono effetti speciali. Putin non rifiuta un incontro tra presidenti ma bisogna fare prima tutto un lavoro preparatorio“.