TARANTO – L’ad Lucia Morselli ha infatti confermato l’invio dei bonifici a copertura del 100% delle fatture scadute il 31 ottobre scorso, per cui si erano decise l’interruzione momentanea degli stipendi, e la cassa integrazione. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato su Facebook: “Raggiunto un accordo sul pagamento di tutte le aziende dell’indotto. Abbiamo vinto questa battaglia perché siamo rimasti uniti. La solidarietà tra di noi è l’unica arma che riesce a condurre a ragione e responsabilità chiunque. Ringrazio le imprese pugliesi e tarantine che hanno condotto una battaglia rispettando il diritto e la giustizia. Continua la battaglia per tutelare la salute dei cittadini. Non si può morire per campare. Per vincere anche questa battaglia serve unità e trasparenza. Governo, Regione Puglia e Comune uniti per tutelare la salute dei cittadini e renderla compatibile col lavoro”.
Nel frattempo si è costituita una commissione paritetica formata, oltre che da ArcelorMittal, anche da enti locali e Confindustria, al fine di monitorare i pagamenti. La pace, però, sembra ancora lontana. In previsione dello sciopero generale di venerdì 29 novembre il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ha iniziato, questa mattina 27 novembre, un’azione di volantinaggio davanti alle portinerie dell’ex Ilva. I cittadini facenti parte dell’associazione, a proposito delle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte “Faremo di Ilva il polo siderurgico più all’avanguardia del mondo”, affermano: “Queste le dichiarazioni del Premier Conte al termine dell’incontro con i Mittal. Mentre a Taranto si apre, come da tradizione, il periodo natalizio da Roma giunge l’ennesima condanna a morte per un’intera comunità. Non bastano i dati impressionanti sulle malattie, non basta toccare con mano il dolore della gente, non basta nemmeno conoscere la rabbia di questa città, per la politica nazionale la produzione deve andare avanti, costi quel che costi. E poco importa se si chiede un nuovo piano industriale che preveda tecnologie all’avanguardia a chi in un anno non è stato capace nemmeno di dotare gli operai di tute nuove. Ancora una volta, come con tutti i governi che si sono succeduti dal 2012 ad oggi, si è deciso di sacrificare Taranto sull’altare dell’interesse nazionale”.
L’intera comunità ritiene necessario rivendicare a gran voce il diritto di decidere del proprio futuro, per far comprendere ai politici che salvare Taranto significa chiudere le fonti inquinanti, ed elaborare una riconversione economica, sociale, e culturale del territorio. Proclamando “Sì ai diritti, no ai ricatti!”, il programma della giornata di venerdì prevede: alle ore 5.30 un presidio davanti alle portinerie di ArcelorMittal durante lo sciopero generale e la manifestazione nazionale indetta dall’Unione Sindacale di Base; un corteo alle ore 9.30 con raduno in via Di Palma nel piazzale antistante l’ingresso dell’arsenale militare; il concerto per il clima del movimento Fridays For Future, in occasione del quarto sciopero globale per il clima, alle ore 11.30 fino a sera in piazza della Vittoria.
Simona Cocola