Rivoluzionerà il modo di studiare la materia a livello atomico e molecolare la fotocamera per raggi X di bassa energia più veloce al mondo per scatti ad altissima risoluzione ad atomi, proteine, e virus. È terminata all’European Xfel di Amburgo una struttura di ricerca dove si generano flash di raggi X ultra intensi e ultra corti, la messa a punto del rivelatore Dssc (DePFET Sensor with Signal Compression) di immagini unico, basato su sensori di silicio e costituito da 1024 x 1024 pixel esagonali per un’area attiva totale di 210 x 210 mm2. La ricerca è iniziata più di dieci anni fa, condotta da un consorzio internazionale coordinato dall’European Xfel, e guidato da un italiano, Matteo Porro (European Xfel), ex-dottorando del Politecnico di Milano. Oltre al Politecnico, gli altri partner sono Desy, Università di Heidelberg, Infn, e Università di Bergamo. Il team del Politecnico, con Andrea Castoldi, Carlo Fiorini, e Chiara Guazzoni, ha coordinato lo sviluppo dell’elettronica di lettura a basso rumore e la calibrazione del rivelatore Dssc.
Alla fine di maggio sono stati condotti con successo i primi esperimenti scientifici con la stazione di misura Scs utilizzando per la prima volta il rivelatore Dssc, durante i quali impulsi di raggi X ultra-intensi e ultra-corti hanno colpito il campione che si sta studiando. I raggi X vengono diffusi dagli atomi del campione producendo un’immagine caratteristica che viene registrata e memorizzata dal rivelatore che si trova dietro il campione. Una seconda fotocamera per una risoluzione energetica migliore e un intervallo dinamico ancora più elevato è già in fase di sviluppo una seconda.