Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 la nuotatrice piemontese Carlotta Gilli sta dando il meglio di sé. Oggi ha conquistato la quinta medaglia paralimpica: si tratta del secondo oro in questa competizione e del secondo record, questa volta nei 200 mt misti categoria SM13, col tempo di 2’2”44.
La ventenne aveva giù raggiunto il gradino più alto del podio lo scorso 25 luglio nella gara dei 100 mt farfalla, S13, firmando il primo dei due record in 1’02″65 e precedendo la connazionale Alessia Berra. Nei giorni successivi ha poi conquistato due argenti: uno nei 100 mt dorso, categoria S13, alle spalle della statunitensa Gia Pergolini. Mentre nei 400 mt stile libero si è classificata dietro la russa Anna Stetsenko.
Infine si è aggiudicata il bronzo nei 50 stile libero, sempre nella categoria S13, dietro alla brasiliana Maria Carolina Gomes Santiago e alla russa Anna Krivshina.
La piscina è sempre stata la seconda casa della nuotatrice torinese: ha iniziato a nuotare a sei mesi. All’età di otto anni ha gareggiato a livello agonistico e, già durante la sua seconda competizione, è riuscita a raggiungere il gradino più alto del podio.
Così, ha continuato a collezionare successi prima a livello regionale e nazionale, poi mondiale, riuscendo ad accumulare, ad oggi, ben 12 record mondiali e 3 europei, sia su vasca lunga che corta.
La categoria in cui ha gareggiato la nuotatrice torinese è l’S13, dedicato agli ipovedenti: il suo visus è passato dai 10/10 a 1/10 tra i 4 anni di età e i 9. Questo a causa della malattia di Stargard, retinopatia di tipo degenerativo e genetico a trasmissione autosomica recessiva dovuta alla mutazione del gene ABCA4, è molto rara: colpisce 1 persona su 10.000.
La mancanza della vista, però, non le ha mai impedito di mandare avanti la carriera agonistica e quella professionale. Ottenuta la licenza scientifica presso il Liceo salesiano Valsalice ha deciso di iscriversi presso l’Università di Torino con indirizzo in Scienze e Tecniche Psicologiche.
Per la pluricampionessa riuscire a conciliare i due mondi non è stato, né sarà, una passeggiata. Ma, come lei stessa ha scritto, i sacrifici personali e l’appoggio di amici familiari saranno sempre la combinazione perfetta per raggiungere qualsiasi obiettivo.