• 18 Novembre 2024
  • TURISMO

Storia e arte del maestoso Palazzo dei Normanni di Palermo

PALERMO. La più antica residenza reale in Europa si trova a Palermo, ed è Palazzo dei Normanni, conosciuto anche come Palazzo Reale. Qui hanno dimorato i sovrani del Regno di Sicilia, oltre a essere stata sede imperiale con Federico II e Corrado IV, e aver ospitato lo storico Parlamento siciliano. Patrimonio dell’umanità del 2015, il palazzo accoglie al primo piano la Cappella Palatina, luogo di culto edificato su volere di Ruggero II, consacrato nel 1140, con funzioni di cappella privata della famiglia reale: “la più bella che esiste al mondo, il più stupendo gioiello religioso vagheggiato dal pensiero umano ed eseguito da mani d’artista” (Guy de Maupassant). Le fondamenta della struttura ripercorrono la storia, dal momento che sono formate da stratificazioni dei primi insediamenti fortificati d’origine fenicio – punica, che formavano la paleopolis, un aggregato contrapposto alla zona sacra.

Greci, romani, bizantini, normanni, spagnoli, e molti altri popoli hanno lasciato tracce del loro passaggio tra le mura della dimora, i cui raffinati ambienti furono testimoni della più importante cultura europea dell’epoca normanna, ai tempi in cui gli imperatori radunavano grandi scienziati, poeti, musicisti, e pittori del tempo. All’interno del Palazzo dei Normanni erano custoditi opifici e laboratori tessili per produrre manufatti di fine pregio orientale. Nel tempo i Borboni fecero edificare la monumentale Scala Rossa, e altri interventi riguardarono i grandi affreschi e l’esposizione della preziosa Quadreria di Capodimonte. Lavori di trasformazione e restauro furono compiuti anche nel corso del Novecento.

Cappella Palatina, Palazzo dei Normanni
Cappella Palatina – Palazzo dei Normanni

Gli stili dell’esterno del palazzo sono diversi: romanico, bizantino, arabo, normanno, neogotico, chiaramontano, rinascimentale, barocco. Visibili le torri, e i cortili, mentre gli interni sono costituiti da numerosi ambienti. Tra questi la Sala d’Ercole è il luogo nel quale si riuniscono, dal 1947, i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. Prende il nome dalle pitture raffiguranti il ciclo dedicato all’eroe greco, completate all’inizio del XIX secolo dall’artista Giuseppe Velasco (detto il Velasquez). In prossimità dello scalone d’onore si accede alle Sale Duca di Montalto, arricchite da con affreschi rinomati. Al piano inferiore di queste sale sono riemersi elementi architettonici dell’antica cinta muraria punica della città di Palermo del V secolo a. C. L’ambiente della Sala Pompeiana, dallo sfondo verde-azzurro, è parte della Galleria Pompeiana, voluta da Leopoldo di Borbone: lo stile è neoclassico, con rappresentazioni mitologiche.

Giardini reali, Palazzo dei Normanni
Giardini reali – Palazzo dei Normanni

La Sala Cinese evoca, invece, la moda delle corti europee tra il XVIII e il XIX secolo, che si riconducevano ad argomenti orientaleggianti, come dipinti di uomini e donne abbigliati alla “cinese”, ma sullo sfondo azzurro è possibile scorgere anche alcuni paesaggi montani. La suggestiva Sala dei Venti, ubicata in una torre medievale, detta Joharia, è oggi coperta da un soffitto ligneo settecentesco al cui centro si può notare la rosa dei venti. La Sala di re Ruggero ha mosaici che rappresentano un insieme di elementi fitomorfi, zoomorfi ed antropomorfi, quali scene di caccia, ed emblemi allegorici del potere normanno. Il duca di Maqueda Bernardino de Cardenas y Portugal, viceré in Sicilia dal 1598 al 1601, riqualificò il palazzo con la costruzione del Cortile Maqueda, composto da tre loggiati. Infine, all’interno del Bastione di San Pietro, parte del progetto di riorganizzazione difensiva della città del 1560, si trovano i giardini, composti da aiuole dai bordi curvilinei, e da varie specie arboree di origine subtropicale, oltre a tre imponenti Ficus macrophylla, e un grande Pinus pinea.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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