Gli Stati Uniti non si fidano di Putin e anche Zelensky è molto cauto sulle aperture russe dopo i colloqui di Istanbul
Gli Stati Uniti sono molto cauti, per non dire scettici, nei confronti degli spiragli di pace arrivati dal vertice di Istanbul. Il Segretario di Stato Antony Blinken, parlando dal Marocco, ha avanzato l’ipotesi che la Russia stia solo cercando di prendere tempo e ha affermato che Mosca non sembra “seria nei colloqui con l’Ucraina”.
“Noi ci focalizziamo su quello che la Russia fa non su ciò che dice. Ci atteniamo ai fatti“, ha aggiunto il responsabile della politica estera americana. “Dobbiamo capire se la Russia sta cercando di prendere tempo per raggruppare le truppe, non lo sappiamo. Se Mosca crede che soggiogare il Donbass sia accettabile – ha poi avvertito Blinken – è in errore. Gli ucraini determineranno il loro destino“. Il Pentagono ammette che alcune truppe russe si sono allontanate da Kiev ma, spiega, potrebbe trattarsi di “un riposizionamento e non di una ritirata“. Anche il Regno Unito parla di una riduzione dell’attività bellica intorno alla capitale. Ma questo, spiega l’intelligence britannica, porterà allo spostamento della forza d’attacco da ovest a est, e potrebbe significare “l’accettazione della Russia di aver ormai perso l’iniziativa nella regione“.
Anche il presidente ucraino attende fatti più concreti. “I segnali che arrivano dalla piattaforma negoziale possono essere definiti positivi – afferma Zelensky – Naturalmente, vediamo tutti i rischi e non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a combattere per la nostra distruzione“. E aggiunge:
“Gli ucraini non sono persone ingenue. Gli ucraini hanno già capito, durante questi 34 giorni di invasione e negli ultimi otto anni di guerra nel Donbass, che ci si può fidare solo di un risultato concreto“. Per Kiev, di conseguenza, le sanzioni alla Russia vanno rafforzate e una eventuale revoca “può essere prevista solo a guerra finita“.
A crederci sembrano però essere soprattutto i mercati, che hanno reagito bene alle notizie provenienti da Istanbul. La borsa di Milano ha chiuso in netta ripresa, +2,4%.
C’è stato anche un altro colloquio telefonico tra il presidente francese Emmanuel Macron e Vladimir Putin, durato circa un’ora. L’Eliseo ha chiesto una soluzione umanitaria per la città di Mariupol. Il presidente russo ha risposto che “rifletterà” sulla proposta di un’evacuazione di cui il presidente francese si è fatto portavoce ma ha anche intimato ai “nazionalisti” ucraini che difendono Mariupol di arrendersi e deporre le armi.